Generale di Brigata Aerea
 
 
M.O.V.M.
 
 
Stefano
 
 
Cagna
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Il 15° Stormo è il Reparto dell’Aeronautica Militare incaricato alla ricerca e al soccorso sul territorio nazionale e nelle acque territoriali di persone in imminente pericolo di vita a causa di calamità naturali, o coinvolte in incidenti.
Lo Stormo tramite i suoi Centri SAR copre l’intero territorio nazionale e garantisce un servizio di allarme per 365 giorni l’anno 24 ore al giorno, in condizioni normali il tempo d’intervento è stabilito in 120 primi, in situazioni particolari scende anche a 15 minuti.
Il 15° Stormo è inoltre incaricato di supportare la Forza Aerea durante le Operazioni Fuori dai Confini Nazionali (OFCN) con attività di Combat SAR. Sempre in ambito internazionale assicura anche il Personnel Recovery di personale militare e civile che si trovano isolati o detenuti in aree di crisi.
Un altro compito affidatogli è garantire la sicurezza dello spazio aereo nazionale dove si svolgono i cosiddetti “grandi eventi” intercettando eventuali aeromobili che raggiungono una velocità massima di 120 nodi (220 kmh), in gergo gli Slow Movers.
Tutte queste attività le vedremo nel dettaglio più avanti.
Il 15° Stormo dipende dalla 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali, ente con cui condivide la sede di Cervia, la 1ª BAOS, oltre ai propri compiti istituzionali, gestisce anche i servizi tecnico-logistici e amministrativi dello Stormo e della stessa base aerea.
La struttura del 15°, come abbiamo visto, è atipica rispetto allo standard degli Stormi dell’Aeronautica Militare, innanzitutto è rivolta esclusivamente a gestire la parte operativa e ha molti più Gruppi subordinati, di cui la maggior parte dislocati in diverse Regioni del paese. E’ un Reparto che nei decenni ha sostenuto molti cambiamenti, soprattutto nei suoi Centri periferici, in alcuni casi dei semplici trasferimenti su basi diverse, in altri più drastici, con la soppressione dei propri reparti come alcune Squadriglie Collegamento e Soccorso, per esempio quelle di Linate e Istrana.
Attualmente lo Stormo ha alle proprie dipendenze cinque Centri SAR, un Centro Addestramento, un Gruppo Efficienza Aeromobili e due Squadriglie.
Sulla base aerea di Cervia-Pisignano il 15° dispone dell’83° Centro SAR come reparto operativo, dell’81° Centro Addestramento Equipaggi (CAE), del 915° Gruppo Efficienza Aeromobili (GEA) in qualità di ente manutentivo, della 615ª Squadriglia Collegamenti, una delle pochissime rimaste con questo ruolo, e la 387ª Squadriglia (da poco tempo trasferita dal 21° Gruppo del 9° Stormo di Grazzanise), quest’ultima si colloca in un contesto che vedrà un’ennesima riorganizzazione del comparto ad ala rotante della forza armata.
I rimanenti quattro Centri SAR periferici, che garantiscono la copertura SAR del territorio nazionale, sono l’80° Centro SAR di Decimomannu e l’annessa 672ª Squadriglia Collegamento e Soccorso e Recupero Radiobersagli di Perdasdefogu, l’82° Centro SAR di Trapani-Birgi, l’84° Centro SAR di Gioia del Colle e per finire l’85° Centro SAR di Pratica di Mare.
Per gli amanti delle tradizioni araldiche militari, anche i Centri del 15°, come tutti i Gruppi Volo AM, sono normalmente riconosciuti con un nickname che “rievoca” appunto l’araldica del Reparto, questi sono: “Speedy” per l’80°, “Granny” per l’81°, “Jedy” per l’82°, “Lord” per l’83°, “Duffy” per l’84° e per finire “Leone” l’85°.
Il numero dei salvataggi effettuati dal Reparto dedito alla Ricerca e al Soccorso (SAR) è enorme, nel corso dei suoi 52 anni di attività, le statistiche dicono più di 7.200 …, a questi vanno aggiunte le 52 persone salvate durante l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna nel dicembre scorso.
Per fronteggiare l’ennesima emergenza che ha colpito il nostro paese, gli elicotteri del 15° Stormo hanno svolto circa 17 ore di volo per recuperare alcune persone rimaste bloccate sui tetti delle proprie case, in questa occasione sono stati utilizzati anche i nuovissimi HH 101A CAESAR che hanno affiancato gli instancabili HH 139A.

 

1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali (BAOS)

La 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali trae le sue origini dal 1° Stormo Caccia costituito il 7 maggio del 1923.
Dallo stesso ha ereditato lo stemma, l’arciere alato con l’arco teso e la freccia, emblema che sembra esser stato ideato da Gabriele D’Annunzio, il quale simboleggia la prontezza e la rapidità d’intervento, caratteristiche tipiche sia dei velivoli da caccia sia degli intercettori teleguidati.
15 stormo patch 11Il 1° Stormo è stato ricostituito il 1° maggio 1956 in seno alla 51ª Aerobrigata e rinominato “Stormo Caccia Ogni Tempo” (COT), potenziamento di ruolo dovuto all’assegnazione dei nuovi F 86K.
Il Primo maggio del 1959 il 1° Stormo COT è trasformato in 1ª Aerobrigata Intercettori Teleguidati (IT) e gli viene assegnata la gestione del sistema missilistico Nike, inizialmente con i missili Ajax, successivamente integrati e sostituiti con i missili Hercules. Il Comando di Stormo era collocato presso l’aeroporto di Padova, mentre i suoi tre Gruppi IT erano dislocati vicino a Udine, Montichiari e Padova, ogni Gruppo aveva alle proprie dipendenze quattro Squadriglie.
Nella ristrutturazione del 1985 (1° novembre) l’Aerobrigata è denominata 1ª Brigata Aerea e gli unici due reparti subordinati sono rinominati 16° e 17° Stormo. Nel 1995 è soppresso il 16° Stormo. Già a partire dagli anni ‘90 la 1ª Brigata Aerea inizia a perdere la sua funzione di Reparto d’impiego operativo delle unità dipendenti ed assume una funzione essenzialmente formativo-addestrativo e di coordinamento per il settore missilistico di Forza Armata.
La costituzione del Reparto Incursori di Furbara (8 gennaio 2003) e del 16° Stormo “Reparto Protezione delle Forze” di Martina Franca (25 maggio 2004), posti alle dipendenze della 1ª Brigata Aerea l’ha avviata ad operare nel settore delle Operazioni Speciali proiettandosi nel futuro.
Con l’ultimo lancio di un missile Nike Hercules il 24 novembre del 2006 è dismesso il sistema chiudendo un’epoca durata decenni.
Il 1° luglio del 2007 è ufficializzata la trasformazione in 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali, e contestualmente avviene la cessione completa delle competenze missilistiche al 2° Stormo di Rivolto.
Il 30 ottobre del 2009 la 1ª BAOS è nuovamente ristrutturata e posta alle dipendenze del Comando di Squadra Aerea (CSA), la sua sede è trasferita, dopo oltre 50 anni, da Padova a Roma-Centocelle.
Come organico in seno alla 1ª Brigata Aerea sono posti tre Stormi e un Centro: il 9° Stormo di Grazzanise, il 16° Stormo di Martina Franca, il 17° Stormo Incursori di Furbara e il Centro Cinofili di Grosseto.
Con il trasferimento della Brigata a Cervia-Pisignano del 22 settembre 2014, si rendono concreti ulteriori cambiamenti; innanzitutto la Brigata è alle dirette dipendenze del CFSS (Comando Forze di Supporto e Speciali) di Centocelle, gli viene sottoposto il 15° Stormo e gli viene attribuito l’incarico gestionale dei servizi tecnici e logistici della base aerea di Cervia, da questo momento il Servizio Amministrativo, STO (Servizi Tecnici Operativi), SLO (Servizi Logistici Operativi) e GPF (Gruppo Protezione delle Forze) non sono più organici al 15° Stormo.
Il CFSS è stato istituito in data 22 settembre 2014 dalla ristrutturazione del Comando delle Forze per la Mobilità e il Supporto, con l’acquisizione della 1ª BAOS il Comando delle Forze di Supporto e Speciali (CFSS) ha cambiato nominativo implementando la propria missione e ampliando le proprie competenze. Di fatto, quindi, il CFSS costituisce il polo di eccellenza per la Forza Armata nell’ambito del Combat Support, complesso di capacità operative che racchiude tra le altre il Personnel Recovery, la Force Protection, le Special Operations, l’Airlift Transportation e l’Air-to-Air Refuelling.
La missione assegnata al CFSS è acquisire e mantenere la prontezza operativa delle forze assegnate, curandone il costante aggiornamento e l’ottimizzazione delle procedure d’impiego; con lo scopo di condurre attività aeree di supporto alle forze da combattimento, assicurando la preparazione e l’implementazione del personale e dei mezzi in dotazione, nonché la relativa protezione e proiezione nei vari scenari di operazione.
Ritornando agli enti subordinati e posti alle dipendenze della 1ª BAOS facciamo ora una rapida overview per evidenziare il loro ruolo.
Il 9° Stormo, tramite il 21° Gruppo, svolge prevalentemente il ruolo di Combat SAR – Personnel Recovery e assicura il supporto aereo alle Forze Speciali.
Ora è l’unico reparto che soddisfa tutte le caratteristiche per partecipare a missioni Combat SAR – Personnel Recovery in ambiente ostile.
La dotazione di elicotteri è basata sull’AB 212ICO (Implementazione Capacità Operative), attualmente è in fase di transizione sul nuovo elicottero HH 101A CAESAR.
Il 9° Stormo ha una lunga tradizione come reparto dotato di Caccia Intercettori (1967-2004).
Il 16° Stormo Protezione delle Forze di Martina Franca, base madre dei Fucilieri dell’Aria, è stato costituito nel 2004 e il suo compito prioritario è quello di garantire la protezione degli assetti e delle infrastrutture dell’Aeronautica Militare in ambito nazionale ed estero.
I Fucilieri dell’Aria sono ora dislocati con una Compagnia sulla Base Aerea di Grazzanise presso il 9° Stormo e con un Battaglione (composto da tre Compagnie) presso la sede di Martina Franca, ove il 16° Stormo è inoltre deputato all’attività addestrativa specialistica del personale destinato ai Gruppi Protezione delle Forze di tutta l’AM. Il 16° Stormo ha alle proprie dipendenze il Centro Cinofili di Grosseto dal settembre 2014. L’attività iniziale dei Fucilieri dell’Aria è stata seguita dal Battaglione San Marco della Marina Militare.
Il 16° Stormo è stato per lungo tempo un Reparto da Caccia (1917-1943) e solo in un secondo momento reinventato in Stormo IT (1985-1995).
Il 17° Stormo Incursori ha sede a Furbara, dal 2003 e fino al 2008 denominato RIAM (Reparto Incursori Aeronautica Militare), porta in dote la tradizione degli ADRA (Arditi Distruttori Regia Aeronautica), reparto operante nella Seconda guerra mondiale.
Il personale del 17° Stormo proviene dai ranghi della Forza Aerea, nei primi tempi in prevalenza dagli aerosoccorritori e dai Falchi Blu (Team dimostrativo Paracadutisti AM ora sciolto), l’addestramento iniziale è stato curato dal 9° Reggimento d’assalto paracadutisti dell’Esercito “Col Moschin”.
Il 17° Stormo è suddiviso in due settori, uno “addestrativo” e uno “operativo”.
Il 17° Stormo eredita invece la tradizione e la storia dell’illustre 17° Gruppo Caccia (1917-1943 e 1956-1959); prima come 17° Gruppo IT (1959-1964) e 17° Reparto IT (1964-1985), infine come Stormo IT (1985-2007).
Tutte le operazioni dei reparti in carico alla 1ª BAOS sono emanate da SMD (Stato Maggiore Difesa) e gestite o dal COI (Comando Operativo di Vertice Interforze) di Centocelle o dal COFS (Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali) sempre di Centocelle.
La 1ª BAOS svolge regolarmente cooperazioni con enti similari in ambito nazionale e NATO e organizza annualmente un’esercitazione a carattere internazionale denominata “Scaglia”, rifacendosi al motto inserito nel proprio stemma, “Incocca Tende e Scaglia”.

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Intitolazione

Il 15° Stormo è intitolato al Generale di Brigata Aerea Stefano Cagna. Nato ad Ormea (Cuneo) il 25 dicembre del 1901, Cagna si arruola in giovane età come Ufficiale nella Regia Marina conseguendo successivamente il Brevetto di Pilota di idrovolanti. Nel 1927 è assegnato al Centro Sperimentale Idrovolanti di Vigna di Valle dove, grazie alle sue innate capacità è notato dal Segretario di Stato dell’Aviazione Italo Balbo. Nel 1928 è incaricato dallo stesso Balbo di studiare la fattibilità e in seguito di predisporre la Crociera Aerea del Mediterraneo occidentale, trasvolata composta da ben 61 aerei (SIAI S.9bis e Savoia Marchetti S.55) che si è svolta dal 26 maggio al 2 giugno dello stesso anno; la trasvolata è partita da Orbetello ed ha toccato diversi punti della penisola iberica terminando nello stesso punto con ben 2.804 km percorsi.
Nelle successive trasvolate Balbo ha sempre voluto al suo fianco Cagna come co-pilota e come membro dell’organizzazione.
Un'altra missione epica che è valsa a Cagna la Medaglia d’Oro al Valor Aeronautico è quella conosciuta come “il soccorso alla tenda rossa”, dove come co-pilota, a fianco del celebre trasvolatore Umberto Maddalena, e ai comandi di un velivolo Savoia-Marchetti S.55 ha portato i rifornimenti al Generale Umberto Nobile e al suo equipaggio, precipitati con il dirigibile Italia e intrappolati sulla banchisa polare, generi di prima necessità che hanno permesso agli uomini della missione di sopravvivere fino all’arrivo del rompighiaccio Krassin.
Cagna, dopo la promozione a Tenente è trasferito nella Regia Aeronautica, e partecipa alle successive trasvolate transatlantiche, Crociera Aerea Italia-Brasile e la Crociera aerea del Decennale.
Nel 1940 ha l’incarico di comandare la X Brigata Aerea Bombardamento Terrestre “Marte” con sede a Cagliari-Elmas.
Il 1° agosto del 1940, al largo delle Baleari, durante una missione di attacco ad un convoglio di navi inglesi dirette a Malta, il trimotore Savoia-Marchetti SM.79 è colpito dalla contraerea e precipita in mare, oltre a Stefano Cagna anche gli altri due membri dell’equipaggio perdono la vita.

Cenni storici

Il 15° Stormo è stato costituito il 1° giugno del 1931 sull’aeroporto di Ciampino come Reparto da Bombardamento Diurno. I velivoli in dotazione erano inizialmente i BR.3. Nelle fasi iniziali del Secondo conflitto mondiale il Reparto operava invece con i suoi S.79 in Africa Settentrionale e nel Mediterraneo.
Nel 1942 dopo un intenso ciclo di operazioni il 15° Stormo viene rimpatriato e trasformato in Reparto d’Assalto su CR.42, con numerosi idrovolanti sparsi sul territorio nazionale nel 1946, il Reparto è denominato “Centrale Soccorso”, l’anno successivo la denominazione si trasforma in “Servizio Ricerca e Soccorso”. Tale Servizio era strutturato su sei Centri di coordinamento, sette Sezioni idrovolanti, tre Sezioni Aeree e sette Sezioni motoscafi. Nel 1951 con l’acquisizione del primo velivolo anfibio Piaggio P 136 il Reparto inizia un periodo di rinnovamento della flotta, contestuale però a una riduzione numerica di velivoli, nel 1952 è consegnato il primo G.212, nel 1953 i primi due elicotteri Sikorsky H 19, nel 1958 arriva il primo HU 16A Albatross e infine l’anno successivo i primi elicotteri AB 47J.
Dopo varie ristrutturazioni, il 1° ottobre del 1965 il Servizio Ricerca e Soccorso è rinominato con l’attuale dicitura, 15° Stormo SAR (Search and Rescue), la dotazione di aeromobili ed elicotteri era così concentrata: HU 16A, AB 204B, AB 47J e J3, il Comando dello Stormo inizialmente era a Ciampino dove erano anche collocati l’84° Gruppo e l’85° Gruppo, mentre a Linate (Milano) era dislocato il 1° Distaccamento, e a Grottaglie (Taranto) il 3° Distaccamento.
Nel 1973 la Bandiera del Reparto viene insignita della Medaglia d’Argento al Valor Civile per gli interventi del 1966 a favore degli alluvionati della Toscana e del Veneto.
Nei primi mesi del 1973 il Reparto inizia la radiazione degli Albatross, degli AB 204B e degli AB 47J perde così anche la denominazione di Ricerca e Soccorso. Solo nel 1977 con l’arrivo dei nuovi elicotteri HH 3F sono ricostituiti i Reparti SAR, l’84° Gruppo a Brindisi, l’83° Gruppo a Rimini, l’82° Gruppo a Trapani, mentre l’85° rimane a Ciampino come Gruppo di Volo in seno allo Stormo. Nel 1979 lo Stormo effettua l’ultimo volo con un velivolo ad ala fissa (HU 16A) rimanendo con solo gli elicotteri.
Nel 1981 è concessa alla Bandiera di Stormo la Medaglia d’Argento al Valor Aeronautico.
Nel 1984 in seno al 15° Stormo, è ricostituito il 46° Centro protezione Civile con una dotazione di Canadair CL 215 e G 222 A/I e la 615ª Squadriglia Collegamenti con AB 212AM, A 109A, P 166M e Siai S 208M. Questa fiorente situazione dura solo tre anni perché nel 1987 i Canadair sono ceduti al Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, i G 222 alla 46ª Brigata Aerea di Pisa, stessa sorte per gli altri velivoli trasferiti ad altri Reparti o addirittura radiati.
Nel 1993 il 15° Stormo fa ritorno in Africa partecipando alla missione “Restore Hope” in Somalia, contestualmente sono svolte le prime attività Combat SAR (CSAR).
Il 1997 è l’anno che vede il trasferimento dello Stormo da Ciampino a Pratica di Mare, inquadrato alle dipendenze della 9ª Brigata Aerea in “condominio” con il 14° Stormo. Nel 2006 il 15° acquisisce nuovamente la 615ª Squadriglia dalla disciolta 9ª Brigata ed è posto sotto il controllo del Comando delle Forze per la Mobilità e il Supporto.
Il 15 novembre 2007 la Bandiera di Guerra dello Stormo è insignita di un'altra Medaglia d’Oro al Valore Aeronautico.
L’ultimo passaggio avviene il 5 ottobre del 2010 con il trasferimento del Comando di Stormo, dell’81 Centro Addestramento Equipaggi (CAE) e della 615ª Squadriglia Collegamenti da Pratica di Mare a Cervia. Per la prima volta dal dopoguerra lo Stormo ha una propria sede a uso esclusivo.

Aeroporto Cervia-Pisignano

La costruzione dell’aeroporto di Cervia-Pisignano risale al 1955, la struttura trova collocazione a pochissimi chilometri dalla cittadina di Cervia, nel cui intermezzo sono presenti le omonime saline. La base aerea ha una sola pista orientata 11-29, nord-ovest / sud est.
Dal momento della costruzione fino al 1967 ci sono pochissime notizie riguardo alla struttura, molto più chiara la situazione negli anni seguenti, con utilizzo esclusivo da parte di AM e dei suoi reparti operativi.
Nel 1967 sulla base aerea di Cervia è ricostituito l’8° Stormo, dapprima dotato di F 84F Thunderstreak e poi, da marzo del 1971 con i bireattori Aeritalia G 91Y, l’8° opera fino alla sua chiusura nel marzo del 1995 con un unico Gruppo di Volo, il 101°, prima come Caccia Bombardiere (CB) e poi come Caccia Bombardiere Ricognitore (CBR).
Con la chiusura dell’8° Stormo è trasferito a Cervia da Rimini il 5° Stormo con il suo Gruppo di Volo, il 23° Gruppo Caccia Intercettori Ognitempo (CIO) e dotato di F 104S-ASA. L’F 104S-ASA è sostituito nel 2004 dagli F 16ADF presi in leasing con il programma “Peace Caesar”.
Il 5° Stormo è posto in posizione “quadro” contestualmente al ritiro degli F 16 il 4 giugno del 2010, i velivoli momentaneamente sono trasferiti presso il 37° Stormo di Trapani-Birgi in attesa di essere restituiti agli Stati Uniti. Nel medesimo periodo è trasferito da Pratica di Mare a Cervia il 15° Stormo, assumendo l’assetto odierno.

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Come già detto in precedenza al 15° Stormo sono demandati compiti ben specifici, che negli anni si sono notevolmente evoluti. Infatti, dall’essere un Reparto che si occupava prevalentemente di soccorso alla popolazione, ora si occupa anche di garantire la sicurezza dello spazio aereo, ovviamente in casi limitati, e soprattutto il suo raggio d’azione si espande ben al di fuori del territorio nazionale, con missioni in Africa e Medio Oriente a tutela dei beni e delle persone impegnate.
Negli ultimi decenni l’attività di Soccorso in ambito militare si è evoluta tantissimo, l’Aeronautica Militare ha dovuto adattarsi e farsi trovare pronta a operare in situazioni inedite e diverse.
Per spiegare meglio il concetto di soccorso, lo analizziamo prima con uno schema sintetico, e subito dopo per esteso, in entrambi i casi cercheremo di spiegare quali sono le sostanziali diversità:
-Search and Rescue Nazionale (SAR – Ricerca e Soccorso), diretto a personale militare e civile, è svolto in un ambiente senza interferenze ostili.
-Combat Search and Rescue (CSAR – Ricerca e Soccorso in Combattimento), diretto a personale militare addestrato e disperso in teatri operativi, è svolto in ambienti, dove sono previste interferenze ostili. Nel medesimo contesto, e in presenza di personale non addestrato al CSAR, è attuato il Combat Recovery (CR – Recupero in Combattimento). Per chiudere il capitolo CSAR c’è la pratica Non-conventional Assisted Recovery (NAR – Recupero Assistito Non-convenzionale) svolto in zona ostile dalle Special Operations Forces (SOF – Forze Speciali), solo nel caso in cui il personale non è catturato.
-Resonnel Recovery (PR – Recupero Personale), diretto a personale militare e civile che si trova e opera in aree di crisi o in zone teatro di operazioni militari.

 

Ora vediamo nel dettaglio i compiti:

Search and Rescue (Ricerca e Soccorso) Nazionale
Con il termine “ricerca e soccorso” s’identifica un insieme di operazioni di salvataggio condotte da personale addestrato a tale scopo, nonché all’impiego di specifici mezzi aerei, terrestri o navali per portare nel più breve tempo possibile aiuto a persone che si trovino in una particolare situazione sia in ambiente terrestre sia in ambiente marino.
In Italia da molti anni sono state ben definite le competenze di questo tipo di attività sul mare, infatti, è stata individuata la Guardia Costiera come soggetto principale per il soccorso in mare.
Recependo la Convenzione internazionale sulla ricerca ed il salvataggio siglata ad Amburgo il 27 aprile del 1979, entrata in vigore il 22 giugno del 1985, l’accordo internazionale è stato elaborato dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) che vuole tutelare la sicurezza della navigazione mercantile, con esplicito riferimento al soccorso marittimo.
La convenzione è stata modificata due volte, nel 1998 con la risoluzione MSC.70 (69) e successivamente nel 2004 con la risoluzione MSC.155 (78).
Successivamente alla convenzione l’IMO, in collaborazione con l’ICAO (International Civil Aviation Organization) ha predisposto il Manuale internazionale di ricerca e soccorso marittimo, noto come IAMSAR (International Aeronautical and Maritime Search and Rescue Manual).
Per ciò che riguarda invece la ricerca e il soccorso prettamente su terra la situazione è alquanto nebulosa, il 15° Stormo è sicuramente un interprete di primaria importanza, ma si divide il settore con una moltitudine di attori che comprendono i Vigili del Fuoco, l’Esercito, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e il SUEM 118.
Le attività di Ricerca e Soccorso sul territorio nazionale, e in alcuni casi se richiesto dall’IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Centre) della Guardia Costiera per un intervento sul mare, sono gestite dal Rescue Coordination Center (RCC) del Comando Operazioni Aree (COA) di Poggio Renatico (Ferrara) che, pervenuta la richiesta da un ente territoriale, richiede l’intervento dell’elicottero identificando a sua volta il vettore ritenuto più idoneo allo svolgimento della missione, la possibilità quindi può ricadere su uno degli elicotteri del 15° Stormo predisposti per il pronto intervento e posti in uno dei cinque Centri SAR.
La ricerca e il soccorso sono missioni molto complesse, ogni volta diversa l’una dall’altra, spesso in situazioni climatiche estreme, non sono missioni che possono essere pianificate nella loro totalità; gli equipaggi del 15° Stormo si addestrano in continuazione per essere pronti in caso di necessità, la preparazione è raggiunta solo svolgendo moltissime ore di volo addestrative. L’equipaggio standard per queste missioni è di quattro militari, due piloti (Capo equipaggio e Copilota), un aerosoccorritore (ARS) e un operatore di bordo (OB), esiste un “opzione” con l’imbarco di un quinto elemento con la funzione di assistente di sanità (Infermiere).

Combat SAR

Il Combat Search and Rescue è una dottrina applicata esclusivamente in ambito militare, è svolta da personale altamente specializzato e mezzi aerei dedicati che devono cercare e soccorrere personale militare disperso in territorio ostile, fino ad alcuni anni fa’ era rivolto esclusivamente a equipaggi di volo precipitati dietro le linee nemiche. Come abbiamo visto nell’introduzione ci sono delle procedure diversificate in caso di operazioni classificate come CR o NAR/SOF.
I primi esperimenti di questa particolare attività nascono durante la Prima guerra mondiale. I primi recuperi di piloti precipitati dietro le linee nemiche erano svolti con dei mezzi terrestri, mentre il primo vero recupero svolto con un velivolo monoposto, si è compiuto nel 1915 in Bulgaria da un Comandante di Gruppo (Richard Bell-Davies) della Royal Naval Air Services, che è atterrato con il proprio velivolo in territorio ostile per recuperare un suo compagno abbattuto portandolo in salvo.
Durante la Seconda guerra mondiale la Luftwaffe tedesca ha implementato l’attività di soccorso con un reparto (Seenotdienst) dedicato e dotato di velivoli armati e con una livrea riconoscibile.
Il vero sviluppo della dottrina, con l’utilizzo di velivoli specifici e procedure prestabilite, si è avuto durante la Guerra del Vietnam, attività portata agli albori del grande pubblico con il famoso film BAT 21; durante l’intero conflitto le forze armate americane hanno recuperato con questo sistema ben 3.883 militari pagando però un alto prezzo di vite umane con 71 soccorritori morti e 45 aeromobili persi.
Svolgere un’attività di Combat SAR è alquanto complesso e delicato semplicemente perché sono svolte in territorio nemico, gli equipaggi che svolgono questa missione devono avere un addestramento specifico e devono poter utilizzare aerei o elicotteri dedicati e con le dotazioni necessarie.
Il 15° Stormo ha iniziato a svolgere questo tipo di missione con l’elicottero HH 3F “Bravo” per una fase iniziale, implementata con l’introduzione della versione “Charlie”, in questo periodo lo Stormo ha potuto svolgere compiti di Combat SAR in molte nazioni nelle quali erano impegnate le forze armate italiane, ricordiamo le più importanti Somalia, Afghanistan e Iraq.
Le dotazioni degli elicotteri che permettono di praticare in sicurezza questa missione sono molteplici. Gli elicotteri devono avere armamento a bordo, quindi mitragliatrici, le parti della carlinga nelle quali sono posizionati i membri dell’equipaggio sono rinforzate in modo da proteggerli dai colpi da arma da fuoco, e infine è necessario un sistema di auto protezione contro il lancio di missili, tipo il sistema MWR (Missile Warning Receiver) e un sistema di lancio di Chaffe e Flare, questa è la dotazione minima per svolgere le missioni di Combat SAR.
Con il ritiro degli HH 3F nel 2014 il 15° Stormo ha mantenuto la capacità Combat SAR solo per quanto riguarda il personale, in quanto l’HH 139A, in dotazione nel periodo post HH 3F a tutti i Centri SAR, non è idoneo a questo tipo di missione.
Con l’introduzione in linea dell’HH 101A CAESAR si sta lentamente recuperando la capacità di compiere queste missioni anche con i velivoli, il CAESAR rappresenta quanto di meglio ci sia sul mercato come elicottero costruito e sviluppato allo stato dell’arte per svolgere il ruolo Combat SAR, quindi non un adattamento, ma un elicottero che nasce con armamento, dotazioni di auto protezione, sistema di missione, sonda per il rifornimento in volo e molto altro sviluppato appositamente.
Le dotazioni dell’elicottero e l’addestramento del personale sono due dei tre fattori fondamentali per una buona riuscita della missione, il terzo elemento che non abbiamo ancora visto è racchiuso nelle procedure, basilari per una buona riuscita dell’incarico.
La procedura di recupero di un pilota, o comunque un militare, disperso dietro le linee nemiche inizia con la localizzazione del luogo dove il soggetto è posizionato, che può avvenire tramite un segnale emesso dal Trasponder in dotazione, da un localizzatore GPS (Global Positioning System) oppure dalle coordinate geografiche segnalate via radio.
Una volta identificato il luogo dove il soggetto staziona può partire la missione, solitamente l’elicottero è scortato da velivoli che svolgono il ruolo di CAS (Close Air Support) per attaccare eventuali forze nemiche.
Prima di eseguire il salvataggio del militare, deve essere inequivocabilmente riconosciuto, soprattutto per evitare che un nemico si sia sostituito al disperso. Ad avvenuto riconoscimento è svolto il recupero con l’atterraggio dell’elicottero in una zona prossima o con l’utilizzo del verricello. Nel caso di missioni complesse, dove il rischio di attacco nemico o d’imboscate è alto, sono imbarcati dei militari del 17° Stormo Incursori che assistono l’equipaggio dell’elicottero durante le fasi salienti.

Personnel Recovery

Il Personnel Recovery (PR) è una dottrina militare di recente istituzione, stabilita per riportare in salvo personale militare (facente parte della NATO) e civile (appartenente alla Comunità Europea) che è rimasto isolato, o sfuggito alla cattura, in aree di crisi o in presenza di forze ostili. Questa specialità è una delle più importanti capacità Dual Use dell’Aeronautica Militare. Il PR non è un’attività prettamente militare, è svolta a supporto e favore, diretto o indiretto, della collettività e “abbraccia” quasi tutte le ramificazioni del soccorso, infatti, gli obiettivi primari sono la salvaguardia della vita umana in qualsiasi contesto, la reintegrazione in servizio del personale recuperato, mantenere elevata l’operatività delle forze impiegate, evitare lo sfruttamento a fini propagandistici delle persone catturate e impedire la fuga d’informazioni sensibili estorte al personale coinvolto.
Il PR è definito come l’insieme di sforzi militari, diplomatici e civili per facilitare ed effettuare il recupero delle persone.
Il recupero di questo personale, presenta una serie di problematiche e conseguenze che vanno dalla credibilità della nazione di appartenenza dei soggetti, al morale del personale impegnato e sono strettamente legate al supporto dell’opinione pubblica.
Alla luce degli scenari odierni, le operazioni di PR, troverebbero benissimo applicazione in una delle tante operazioni di peacekeeping o peace-enforcement che vedono impegnate le forze armate italiane e le organizzazioni governative e non governative.
Fatti recenti dimostrano che il rapimento e la detenzione di ostaggi devono essere ritenute delle vere e proprie forme di lotta asimmetrica, o di ritorsione verso la nazione che svolge attività in paesi ad elevato rischio.
L’approccio deve essere multidisciplinare e interforze consentendo il recupero del personale isolato in tempi brevi mediante interventi mirati e tempestivi, il sistema Joint Personnel Recovery (JPR), oltre a valutare una serie di opzioni deve tenere conto anche del parere dell’Autorità Politica, e nel caso di coinvolgimento di personale civile appartenente a Organizzazioni Non Governative devono essere interpellati i Ministeri competenti.
Per tutte una serie di ragioni le operazioni di PR sono state disciplinate da linee guida emanate dalla NATO e dalla Comunità Europea e nel 2015, è stato creato l’European Personnel Recovery Centre presso la base dell’Aeronautica Militare di Poggio Renatico (FE). L’iniziativa è nata per volere dell’European Air Group con l’intento di convogliare tutte le conoscenze del settore PR in un unico polo, l’EPRC è in grado inoltre di supportare un’eventuale missione operativa con il proprio personale specializzato. Tutti e sette i paesi che hanno aderito al programma (Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Spagna e Italia) hanno una propria struttura in grado di svolgere il Personnel Recovery, in Italia uno dei Reparti che ha acquisto tutte le esperienze necessarie è proprio il 15° Stormo.
Il sistema del Personnel Recovery è un insieme di operazioni da effettuare prima, durante e dopo la missione.
Innanzitutto va analizzato il rischio, il Joint Force Commander (JFC) suggerisce la tipologia e la quantità di assetti da impiegare nella JPR.
Poi ci sono le fasi operative che caratterizzano le attività di PR:
- La comunicazione, la notifica iniziale di un possibile evento d’isolamento.
- La localizzazione, determinare con precisione la posizione delle persone.
- Il supporto, le azioni che devono essere fatte nei confronti delle persone isolate e relativi familiari.
- Il recupero, azione coordinata tra JFC, staff del JFC e assetti impiegati per ricondurre le persone sotto la custodia di un’organizzazione amica.
- La reintegrazione, fase finale del processo.
Tre sono le parti determinanti per una buona riuscita delle missioni:
- Il Comando & Controllo
- Gli assetti impiegabili nelle missioni PR
- La formazione e l’addestramento
Il Comando & Controllo è un capitolo che analizza i problemi derivanti dalle attività di PR, si stabiliscono le responsabilità assegnate al JFC che vanno poi trasmesse al Joint Personnel Recovery Cell (JPRC), e a seguire si analizzano le responsabilità delle unità subordinate.
Gli assetti impiegabili nelle missioni PR sono un capitolo che definisce quali forze devono essere impiegate per un’operazione, si parte da un solo elemento e si arriva a una task force complessa, cioè una combinazione di capacità marittime, terrestri e aeree. Definita la modalità d’intervento, sono stabiliti i principali assetti che parteciperanno, in particolare gli elicotteri, gli aeromobili, la componente Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance (ISTAR), le unità terrestri, navali, subacquee e le forze speciali.
La formazione e l’addestramento sono le due componenti basilari più importanti, attività che devono essere costantemente verificate e aggiornate attraverso percorsi formativi per implementare le capacità, le procedure e le tattiche di PR.
Come detto all’inizio del capitolo PR questa attività comprende un ampio ventaglio di missioni, per correttezza d’informazione è giusto menzionare anche quelle attività di soccorso che non ricadono nel Personnel Recovery ma in una categoria denominata Special Operation (Operazioni Speciali), esse sono:
-Hostage Rescue - soccorso a personale diplomatico e civile detenuto, solitamente di competenza della singola nazione e non dalla NATO.
-Unit Rescue - reparti di soccorso che si sono sottratti alla cattura.
-Non-combatant Evacuation Operations (NEO) - Operazioni di Evacuazione di Non-combattenti che si trovano isolati.
-Non-conventional Assisted Recovery (NAR) e Special Operations Forces (SOF) - Recupero Assistito Non-convenzionale e Forze Speciali detenuti.

Slow Mover Interceptor (SMI)

Senza tenere conto dell’ordine d’importanza, l’ultimo compito che analizziamo, assegnato al 15° Stormo è lo Slow Movers Interceptor (SMI), unica attività dello Stormo completamente estranea al “mondo” del soccorso come ruolo preponderante nel quotidiano.
Il ruolo di SMI nasce dopo i tragici fatti dell’11 settembre 2001 e il concretizzarsi di una minaccia terroristica asimmetrica che utilizza qualsiasi mezzo a disposizione per compiere attacchi terroristici. Da questo momento in molte nazioni occidentali ci si rende conto che per la protezione di alcune aree urbane, o zone d’interesse strategico, specialmente in occasione di rilevanti eventi sportivi, politici o economici, non è più sufficiente proteggere lo spazio al suolo, ma è necessario garantire un’adeguata copertura dello spazio aereo sovrastante. Come prima soluzione si provvede a vietare il sorvolo dello spazio aereo interessato con delle “No-fly zone”, ma è altresì necessario garantire che questo spazio non sia violato. La normale idea di protezione dello spazio aereo con caccia intercettori non è più vincente se come vettore ostile dovesse essere impiegato un ultraleggero o un aeromobile leggero – come aeromobile leggero si intendono i velivoli utilizzati normalmente dalle scuole di volo o aeroclub – e quindi in grado di volare a bassa quota e ad una velocità sotto i 120 nodi. La velocità minima di un caccia intercettore come un F 2000 Typhoon o un F 16 renderebbe molto problematica l’intercettazione se non impossibile, considerato che la velocità di stallo del Typhoon è all’incirca sui 107 nodi (200 km/h).
In un primo momento in Italia, per affrontare la nuova circostanza, sono stati utilizzati principalmente i velivoli MB 339CD, che armati di cannoncini sotto le ali sono stati adattati allo scopo dando così il via ad un nuovo ruolo ancora tutto da costruire, a memoria il primo impiego operativo dovrebbe essere stato durante le Olimpiadi invernali di Torino del 2006.
Pur ritenendo l’MB 339 comunque spropositato per questa missione, il mezzo che sicuramente più si adatta al contrasto degli Slow Movers è l’elicottero, nel primo periodo i due vettori predisposti allo scopo sono stati l’HH 212 e l’HH 3F, elicotteri già allestiti con armamento di bordo caratterizzato da mitragliatrici e utilizzati normalmente per il Combat SAR, ad oggi il primo è ormai nella fase conclusiva della sua vita operativa e comunque è limitato da una velocità massima di soli 223 km/h, il secondo invece è stato ritirato dal servizio attivo nel 2014.
Con l’arrivo degli HH 139A e dell’HH 101A CAESAR il ruolo di SMI per il 15° Stormo è diventato una realtà ben definita, grazie alle ampie dotazioni tecnologiche di bordo come il FLIR, e alle mitragliatrici, anche se come opzione, ma ben integrate, e soprattutto grazie alle prestazioni di velocità elevate, 306 km/h per l’HH 139, 309 km/h per l’HH 101.
L’HH 139A è già stato ampiamente utilizzato nel ruolo SMI per esempio in occasione dell’ultimo summit del G8 tenutosi a Taormina nel 2017. Per l’HH 101, ancora in pieno programma di sviluppo, sicuramente sarà parte integrante delle prossime missioni.

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I protagonisti del 15° Stormo

Piloti
L’equipaggio di condotta dell’elicottero è composto da due piloti, definiti capo equipaggio e co-pilota, entrambi indispensabili per il corretto utilizzo del mezzo e a garanzia della riuscita della missione assegnata, in particolare durante le operazioni di ricerca e soccorso.
Entrambe le figure svolgono il medesimo iter selettivo e addestrativo, il punto di arrivo del percorso che vedremo nelle prossime righe è la qualifica di capo-equipaggio.
Il futuro pilota che supera le selezioni d’ingresso in Forza Armata deve svolgere una prima fase presso il 70° Stormo di Latina sul velivolo SF 260EA (T 260°), il corso dura tre mesi per un totale di circa 20 missioni, se la supera è attribuito all’allievo il Brevetto di Pilota di Aeroplano (BPA).
Per i fortunati si spalancano le porte dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli (Napoli), presso l’Accademia l’allievo passerà i successivi cinque anni, tutti prevalentemente rivolti allo studio, tranne alcune brevi “parentesi” estive dove l’allievo ritorna a Latina per svolgere delle sessioni di mantenimento del Brevetto, da alcuni anni sono state inserite anche delle sessioni presso il 60° Stormo di Guidonia dove all’allievo sono insegnati i rudimenti del volo a vela con l’aliante, esperienza ritenuta molto istruttiva.
Conseguita la laurea accademica c’è la seconda fase che è svolta in base alla disponibilità di ore di volo presso le scuole straniere di Sheppard (Stati Uniti) o di Kalamata (Grecia) per volare sul T 6A Texan II, oppure rimanendo in “casa” sull’MB 339A del 61° Stormo di Lecce-Galatina, questa seconda fase dura solitamente da otto mesi a un anno, per un totale di circa 100 ore di volo.
Questo è lo screening che tutti i futuri piloti di AM svolgono, poi in base alla tipologia di linea di volo assegnata al singolo pilota, trattasi di elicotteri, di trasporti, o delle linee aerotattiche le strade si dividono, noi ovviamente prendiamo in considerazione quella dell’assegnazione alla linea elicotteri.
Il pilota arriva al 70° Stormo di Frosinone, dove svolge una prima fase “alpha” sull’elicottero NH 500E (TH 500B) per una durata di circa 100 ore di volo, al termine il pilota acquisisce la rispettiva abilitazione sull’NH 500.
La fase successiva è definita “bravo” ed è fatta sull’elicottero HH 139A, in questa fase il pilota acquisisce le capacità di operare in un contesto multicrew, quindi inserito in un equipaggio misto, e inizia anche a utilizzare i sistemi di gestione di missione, non presenti sull’ NH 500; questa fase dura in media 50 ore di volo, se il pilota è ritenuto idoneo, acquisisce il Brevetto di Pilota Militare (BPM), e soprattutto può fregiarsi dell’ambito segno distintivo dei piloti militari, l’Aquila Turrita.
Il passo successivo è l’assegnazione in uno dei cinque Centri SAR dislocati sul territorio nazionale.
Questo non vuol dire che il periodo addestrativo è terminato, anzi in pratica è solo a metà dell’operazione, infatti, iniziano immediatamente sei fasi di formazione per acquisire le abilitazioni operative.
La 1ª e 2ª fase sono svolte presso l’81° CAE (Centro Addestramento Equipaggi) di Cervia, dove il pilota consegue l’abilitazione basica sull’HH 139A.
Svolgendo la 3ª e 4ª fase il pilota acquisisce la qualifica SAR sempre su HH 139A, superata questa fase, che dura circa un anno e mezzo, è qualificato co-pilota e può svolgere attività operative e quindi montare d’allarme.
All’attività addestrativa rappresentata, vanno aggiunte ulteriori due fasi per conseguire l’abilitazione Combat SAR.
Dopo un anno di attività operativa il secondo pilota può iniziare l’iter per diventare capo equipaggio, percorso prettamente rivolto ad apprendere le specifiche regole di gestione della missione.
Dopo il raggiungimento del “gradino più alto”, esiste la possibilità di diventare istruttore, in ogni Centro SAR sono inseriti in organico 1/2 istruttori, la scelta ricade ovviamente su quei soggetti che hanno dimostrato capacità e attitudini superiori alla media.
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Operatori di Bordo OB

Gli Operatori di Bordo sono la figura professionale/specialistica che sovraintende le operazioni di preparazione del velivolo curando gli allestimenti previsti dalla missione, e deputati ai controlli di pre-volo prima della messa in moto del velivolo.
Gli allestimenti sono quelle dotazioni di bordo che permettono di svolgere una missione di ricerca e soccorso (SAR - Search and Rescue) o trasporto medico (MEDEVAC - MEDical EVACuation) rispettando i dettami imposti dai compiti istituzionali assegnati allo Stormo, essi comprendono le barelle per trasporto, le barelle a cucchiaio per il recupero e la cesta di recupero, e non solo, perché in caso di missione (Personnel Recovery) in ambiente ostile anche le mitragliatrici di bordo fanno parte dell’allestimento curato dall’OB.
Un altro compito dell’OB è quello di curare e gestire il carico a bordo dell’elicottero quando comprende eventuali passeggeri e/o materiali trasportati durante la missione.
La mansione più importante e fondamentale svolta dagli OB, nella visione di un’equipaggio dedito al soccorso, è sicuramente la gestione del verricello, di conseguenza la gestione delle operazioni di discesa e salita dello stesso, ovviamente l’Operatore di Bordo sovraintende anche alle operazioni di aggancio dell’Aerosoccorritore.
Non è tutto, l’OB diventa ancora più indispensabile per la condotta dell’elicottero durante la fase di rilascio e recupero dell’Aerosoccorritore e dell’infortunato e/o naufrago, in quanto i movimenti che il pilota deve fare sono svolti tramite la sua indicazione, è difficile pensare che uno specialista possa coordinare questo tipo di manovra, ma non c’è altro sistema che affidarsi ai suoi “occhi” ed “esperienza”.
Stesso discorso vale per atterraggi e decolli fuori campo, dove l’OB, o gli OB, nel caso dell’HH 101A possono essere anche in tre, diventano indiscutibilmente i supervisori della manovra.
L’OB è anche in contatto via radio con l’Aerosoccorritore per la gestione di tutte le fasi del recupero, facendo da tramite con il resto dell’equipaggio.
Ci sono altri ruoli, diciamo di “secondo piano”, che svolgono gli Operatori, il primo è quello di Gunner, cioè addetto all’armamento di bordo, in particolare con il nuovo HH 101A che è dotato, come ampiamente visto nel report fotografico, di tre postazioni con mitragliatrici M 134 Gatlin da 7.62mm. Il secondo è quello di gestire tramite consolle mobile il FLIR (Forward Looking Infrared) di bordo.
Gli specialisti OB approdano a questo ruolo tramite concorsi interni di Forza Armata, successivamente svolgono un corso “macchina” di un mese che si svolge presso il 6° RME (Reparto Manutenzione Elicotteri) a Pratica di Mare o presso Leonardo Elicotteri (ex AgustaWestland). Il passaggio successivo è svolto presso il Centro Addestramento Equipaggi con un corso OJT (On Job Training) rivolto in particolare all’ambientazione al volo.
Come per i piloti, una volta raggiunta la 4ª fase di addestramento, si passa alla parte prettamente operativa e si svolgono regolarmente i turni di pronto intervento.

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Aerosoccorritori ARS

L’Aerosoccorritore è la figura professionale che mette in atto tutte le procedure necessarie per fornire assistenza alle persone in imminente pericolo e predispone il successivo recupero, indistintamente sia sulla terraferma sia in acqua.
Il ruolo dell’Aerosoccorritore è di lungo corso in Aeronautica Militare, la specialità nasce nel 1968, grazie all’intuizione di colui che romanticamente è stato definito “Pater Sommozzatorum”, l’ufficiale Franco Papò che negli anni precedenti, a seguito della partecipazione ad alcune attività organizzative per la Forza Armata (vedi manifestazione a Vigna di Valle per dimostrare a livello NATO la capacità SAR dell’Italia), cominciò a pensare alla figura del futuro Aerosoccorritore, facendo partecipare a questi eventi, colleghi che eccellevano a livello sportivo nelle specialità subacquee.
Nel Dicembre del ‘68 nacque così la specialità “Sommozzatori-Soccorritori” avente all’attivo cinque sottufficiali brevettatisi presso la Marina Militare e 15 tra ufficiali e sottufficiali presso la Federazione Attività Subacquee del CONI.
Tra gli istruttori di spicco di questi nuovi uomini rana, il “Padre della subacquea italiana” Duilio Marcante, già fondatore della Cressi Sub ed ideatore col Dott. Giorgio Odaglia della famosa manovra di compensazione conosciuta in tutto il mondo.
Il 1° Febbraio 1969 invece, è effettuato il corso “Aerosoccorritori” e il 21 Marzo dello stesso anno è costituito il “Centro di Sopravvivenza ed Aerosoccorritori” presso Vigna di Valle il cui primo Comandante è stato proprio il Magg. AArs Franco Papò.
Il battesimo operativo avviene solo un anno dopo quando i Sergenti (Cristarella e Toscano), accompagnati da Franco Papò, recuperano il Comandante della Scuola di Volo di Latina e il suo istruttore, precipitati con un P 166 in mare davanti alla costa di Foce Verde.
L’ARS è l’unico incaricato dell’equipaggio ad allontanarsi dall’elicottero per portare soccorso ai soggetti coinvolti, la discesa può avvenire con uno sbarco normale, oppure con l’utilizzo del verricello, o addirittura con un lancio direttamente dall’elicottero per le operazioni sull’acqua. L’Aerosoccorritore è anche l’unico membro dell’equipaggio, per il quale sia ipotizzabile “l’abbandono” sul luogo dell’intervento, ovviamente per motivazioni tecniche impellenti e urgenti, situazione sicuramente non comune ma realmente accaduta.
L’esempio dell’abbandono è comunemente descritto in un caso, dove l’ARS stava assistendo un naufrago in mare, l’elicottero ha avuto un’avaria grave che ha costretto l’equipaggio di condotta a lasciare immediatamente l’area dell’intervento, l’ARS e il naufrago hanno dovuto aspettare che arrivasse un’imbarcazione per essere tratti in salvo, non per niente una delle peculiarità degli Aerosoccorritori è avere una capacità di stare in solitario per almeno 72 ore.
In sostanza, è l’operatore che nell'assolvimento delle missioni assegnate, mantiene la sua tipica unicità d’impiego che risiede nella capacità di condurre operazioni agendo in un quadro di autosufficienza operativa e logistica, impiegando materiali e applicando procedure operative diverse e altamente flessibili.
L’ARS ha anche dei compiti cosiddetti secondari che vanno da alcuni controlli tecnici, all’aiuto per la navigazione e soprattutto è un valido supporto durante le ricerche visive.
Da queste prime righe sembrerebbe che l’ARS potrebbe essere una specie di super uomo, qualcuno potrebbe pensarlo ma è una definizione sicuramente esagerata, va invece detto con certezza che ha una capacità psico-fisica sopra la media che gli permette di affrontare e gestire un ventaglio di situazioni inimmaginabili.
Come per altre specialità, l’ingresso nel ruolo Aerosoccorritori, è regolato da concorsi interni aperti esclusivamente a personale già appartenente alla Forza Armata, nei primissimi concorsi una buona parte di pretendenti proveniva dai Nuclei Antincendi.
Ora vediamo come si addestrano e quali sono le principali caratteristiche.
La prima fase consiste in un “corso propedeutico selettivo”, se ritenuti idonei, si accede al corso vero e proprio, dal 2017 questo corso è svolto presso il CAE di Cervia, prima era svolto a Pratica di Mare.
Il corso formativo di base ha una durata di circa otto mesi ed è strutturato prevedendo la formazione teorico-pratica attraverso lo svolgimento di quattro moduli. La parte teorica è dedita soprattutto al primo soccorso, fondamentale per mantenere in vita un traumatizzato. Corsi di livello superiore di pronto soccorso sono svolti successivamente presso l’IMASS (Istituto di Medicina Aerospaziale dell’Aeronautica Militare) di Roma, o presso il Policlinico Gemelli sempre nella capitale, oppure all’estero presso istituti specifici della NATO situati in Germania.
Il corso iniziale prevede anche:
-sopravvivenza e soccorso in montagna e zone impervie
-impiego e manutenzione armamento
-qualifica velivolo HH 139A
I neo-qualificati Aerosoccorritori sono quindi inviati presso il reparto assegnato, dove conseguiranno la Prontezza al Combattimento Limitato (PCL) attraverso attività di addestramento a bordo degli elicotteri, a terra e in acqua.
Per conseguire la Prontezza al Combattimento (PC) è indispensabile che l’ARS svolga i seguenti corsi:
-Combat SAR
-tecniche e procedure di autenticazione
-Sopravvivenza Evasione Fuga Resistenza all’Interrogatorio (SEFRI)
Deve inoltre conseguire la patente nautica militare e qualificarsi come sommozzatore militare abilitato al servizio di sicurezza e lavori in carena.
-qualifica di sommozzatore militare abilitato
L’addestramento non si ferma alla prontezza, ma è costante e continuo, infatti, gli Aerosoccorritori si sottopongono anche ai corsi di:
-nuoto
-difesa personale
-alpinismo (sci, roccia)
-telecomunicazioni
-pattugliamento (Col Moschin e 17° Stormo)
Costanti sono anche le partecipazioni degli ARS a esercitazioni e corsi di formazione in collaborazioni con Forze Armate della NATO, in particolare presso l’ITSC (International Training School Center) di Pfullendorf per acquisire capacità di sopravvivenza in zone nemiche. Oppure partecipando alle esercitazioni Tactical Leadership Programme (TLP) di Albacete, rinomato evento a carattere aeronautico, ma che prevede sessioni di Combat SAR, specificatamente denominate Joint Combined Recovery Task Force (JCRTF) e organizzati dall’European Air Group (EAG). Per chiudere in bellezza ricordiamo dei corsi “particolari” di sopravvivenza desertica presso la Nellis Air Force Base (Nevada Stati Uniti), di sopravvivenza nella Giungla nel Brunei.
Fino ad ora abbiamo visto che gli Aerosoccorritori partecipano a un ventaglio di corsi impressionante, ma è giusto sapere che il 15° Stormo, grazie ad elevate capacità acquisite, gestisce e organizza eventi addestrativi rivolti ad altri enti in particolare per l’Extraction Forces e per il Personnel Recovery.

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Gli autori desiderano ringraziare il Gen. Agresti, Col. Invrea, Col. Schneider, Ten.Col. Luca P., Magg. Alessandro A., Magg. Raffaele M., Magg. Boris P., Magg. Verner R., Cap, Agostinelli, Cap. Miserini, Cap. Masini, Cap. Catamo, Cap Emili, Capt. Mosca, Cap. Liccardo e tutto il personale del 15° Stormo e dei Centri SAR.  
Un particolare ringraziamento al Col. Urbano Floreani e al Magg. Stefano Testa dell'Ufficio Pubblica Informazione di SMA (Roma)
Foto di Giorgio Ciarini, Dario Cocco, Alessandro Palantrani e Luigi Sani 
Testo di Giorgio Ciarini e Alessandro Palantrani 
Settembre 2016 - Dicembre 2017 

 

English translation

The 15° Stormo (Wing) is the Unit of the Aeronautica Militare (Italian Air Force) responsible for the search and rescue on the national territory and in territorial waters of people in imminent danger of life due to natural disasters, or involved in accidents.
The Stormo through its Centri SAR (SAR Centers) covers the entire national territory and guarantees an alarm service for 365 days a year 24 hours a day, under normal conditions the intervention time is set at 120 first, in particular situations it drops to 15 minutes.
The 15° Stormo is also in charge of supporting the Air Force during the Operazioni Fuori dai Confini Nazionali (OFCN or Operations Outside the National Borders) with Combat SAR activities. Also in the international arena also ensures the Personnel Recovery of military and civilian personnel who are isolated or detained in crisis areas.
Another task entrusted to him is to ensure the safety of the national airspace where the so-called "big events" take place by intercepting any aircraft that reach a maximum speed of 120 knots (220 kmh), in jargon the Slow Movers.
All these activities we will see in detail below.
The 15° Stormo depends on the 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali (Air Brigade Special Operations), with which shares the headquarters of Cervia, the 1ª BAOS, in addition to its institutional tasks, also manages the technical-logistic and administrative services of the Stormo and the air base itself.
The structure of the 15°, as we have seen, is atypical compared to the standard of the Stormi of the Aeronautica Militare, first of all it is aimed exclusively at managing the operational part and has many more subordinate Gruppi (Squadrons), most of which are located in different regions of the country. It is a Unit that over the decades has sustained many changes, especially in its peripheral Centri, in some cases of simple transfers on different bases, in others more drastic, with the suppression of its departments such as some Squadriglie Collegamento e Soccorso (Liaison and Rescue Flights), Linate and Istrana, for example.
Currently, the Stormo has five Centri SAR, an Centro Addestramento (Training Center), an Gruppo Efficienza Aeromobili (Aircraft Engineering Squadron) and two Squadriglie.
On the Cervia-Pisignano air base the 15° has the 83° Centro SAR as an operational unit, the 81° Centro Addestramento Equipaggi (CAE), the 915° Gruppo Efficienza Aeromobili (GEA) as a maintenance department, the 615ª Squadriglia Collegamenti, the one of the few remaining with this role, and the 387ª Squadriglia (recently transferred from the 21° Gruppo of the 9° Stormo of Grazzanise), the latter is placed in a context that will see yet another reorganization of the rotating wing sector of the armed force.
The remaining four Centri SAR, which guarantee the SAR coverage of the national territory, are the 80° Centro SAR of Decimomannu and the annexed 672ª Squadriglia Collegamento e Soccorso e Recupero Radiobersagli (Recovery Target and Rescue and Liaison Flight) of Perdasdefogu, the 82ª Centro SAR of Trapani-Birgi, the 84° Centro SAR of Gioia del Colle and to finish the 85° Centro SAR of Pratica di Mare.
For lovers of military heraldic traditions, even the Centri of the 15°, like all Gruppi di Volo of the AM, are normally recognized with a nickname that "evokes" precisely the heraldry of the Unit, these are: "Speedy" for the 80°, "Granny" for the 81°, "Jedy" for the 82°, "Lord" for the 83°, "Duffy" for 84° and "Leone" for 85°.
The number of rescues carried out by the Unit dedicated to Search and Rescue (SAR) is huge, during its 52 years of activity, statistics say more than 7,200 ..., to these must be added the 52 people saved during the flood that struck Emilia Romagna last December.
In order to face the umpteenth emergency that has struck our country, the helicopters of the 15° Stormo took about 17 hours of flight to retrieve some people stuck on the roofs of their homes, on this occasion were also used the brand new HH 101A CAESAR that have joined the tireless HH 139A.

1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali - BAOS (1st Special Operations Air Brigade)

The 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali originated from the 1° Stormo Caccia (1st Fighter Wing) formed on 7 May 1923.
From the same he inherited the coat of arms, the winged archer with the bow stretched and the arrow, emblem that seems to have been designed by Gabriele D'Annunzio, which symbolizes the readiness and speed of intervention, characteristics typical of both fighter aircraft and guided interceptors.
The 1° Stormo (1st Wing) was reconstituted on 1 May 1956 within the 51ª Aerobrigata (51st Air Brigade) and renamed "Stormo Caccia Ogni Tempo" (COT or Fighter Wing All-Weather), role enhancement due to the assignment of the new F 86K.
On May 1, 1959, the 1° Stormo COT was transformed into the 1ª Aerobrigata Intercettori Teleguidati (IT or 1st Remotely Guided Interceptor Brigade) and was assigned the management of the Nike missile system, initially with Ajax missiles, later integrated and replaced with Hercules missiles. The Stormo Command was located at the airport of Padova, while its three Gruppi IT were located near Udine, Montichiari and Padua, each Gruppo had four Squadriglie (Flights).
In the restructuring of 1985 (1 November) the Aerobrigata is called the 1ª Brigata Aerea (1st Air Brigade) and the only two subordinate units are renamed the 16° and 17° Stormo. In 1995 the 16° Stormo was disbanded. As early as the 1990s, the 1ª Brigata Aerea began to lose its function as the Department of Operational Deployment of Employee Units and assumed an essentially training-training and coordination function for the Armed Force missile sector.
The establishment of the Reparto Incursori (Commandos Department) of Furbara (8 January 2003) and the 16° Stormo Reparto Protezione delle Forze (Protection Squadron of the Forces) of Martina Franca (25 May 2004), placed under the command of the 1ª Brigata Aerea, launched her to operate in the field of Special Operations, projecting herself into the future.
With the last launch of a Nike Hercules missile on 24 November 2006, the system was discontinued, closing an era that lasted decades.
On July 1, 2007, the transformation into the 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali (1st Air Brigade Special Operations) is made official, and at the same time the complete transfer of missile skills to the 2° Stormo of Rivolto takes place.
On 30 October 2009, the 1ª BAOS was restructured again and placed under the Comando di Squadra Aerea (CSA or Air Group Command), its headquarters moved, after more than 50 years, from Padova to Roma-Centocelle.
As organic in the 1ª Brigata Aerea there are three Stormi and a Centro (Centre): the 9° Stormo of Grazzanise, the 16° Stormo of Martina Franca, the 17° Stormo Incursori of Furbara and the Centro Cinofili (Dog Centre) of Grosseto.
With the transfer of the Brigata to Cervia-Pisignano on 22 September 2014, further changes become concrete; first of all the Brigata is directly employed by the Comando Forze di Supporto e Speciali (CFSS or Command Support and Special Forces) of Centocelle, is subjected to the 15° Stormo and is assigned to the management of the technical and logistical services of the air base of Cervia, from now on the Servizio Amministrativo (Administrative Service), Servizi Tecnici Operativi (STO or Technical Operational Services), Servizi Logistici Operativi (SLO or Logistic Operational Services) and Gruppo Protezione delle Forze (GPF or Force Protection Squadron) are no longer organic at the 15° Stormo.
CFSS was established on 22 September 2014 by the restructuring of the Comando delle Forze per la Mobilità e il Supporto (Mobility and Support Forces Command), with the acquisition of the 1ª BAOS the Comando delle Forze di Supporto e Speciali (CFSS) he changed his name, implementing his mission and expanding his skills. In fact, therefore, the CFSS is the pole of excellence for the Armed Force in the context of Combat Support, a complex of operational capabilities that includes, among others, Personnel Recovery, Force Protection, Special Operations, Airlift Transportation and Air-to-Air Refuelling.
The mission assigned to the CFSS is to acquire and maintain the operational readiness of the assigned forces, taking care of their constant updating and optimization of the deployment procedures; with the aim of conducting aerial activities to support the combat forces, ensuring the preparation and implementation of personnel and equipment, as well as their protection and projection in the various scenarios of operation.
Returning to subordinate entities and placed under the 1ª BAOS we now make a quick overview to highlight their role.
The 9° Stormo, through the 21° Gruppo, predominantly plays the role of Combat SAR - Personnel Recovery and provides air support to the Special Forces.
Now it is the only unit that meets all the features to participate in missions Combat SAR - Personnel Recovery in a hostile environment.
The helicopter equipment is based on the AB 212ICO (Implementazione Capacità Operative - Operational Capacity Implementation), currently is in transition on the new helicopter HH 101A CAESAR.
The 9° Stormo has a long tradition as an Caccia Intercettori (Interceptor Fighter) Unit (1967-2004).
The 16° Stormo Protezione delle Forze of Martina Franca, mother base of the Fucilieri dell’Aria (Air Rifle), was established in 2004 and its priority task is to ensure the protection of the assets and infrastructure of the Aeronautica Militare (Italian Air Force) at home and abroad.
The Fucilieri dell’Aria are now stationed with a Compagnia (Company) on the Grazzanise Air Base at the 9° Stormo and with a Battaglione or Battalion (consisting of three Companies) at the headquarters of Martina Franca, where the 16° Stormo is also assigned to the specialized training of personnel for Gruppi Protezione delle Forze throughout the AM. On the 16° Stormo has employed the Centro Cinofili of Grosseto since September 2014. The initial activity of the Fucilieri dell’Aria was followed by the Battaglione San Marco of the Marina Militare (Italian Navy).
The 16° Stormo was for a long time a Fighter Unit (1917-1943) and only later reinvented in Stormo IT (1985-1995).
The 17° Stormo Incursori is based in Furbara, from 2003 and until 2008 called Reparto Incursori Aeronautica Militare (RIAM or Italian Air Force Commandos Unit), brings in dowry the tradition of Arditi Distruttori Regia Aeronautica (ADRA or Arditi Destroyers Italian Royal Air Force), a department operating in the Second World War.
The staff of the 17° Stormo comes from the ranks of the Air Force, in the early times mainly from the Airborne and Blue Hawks (Parachute Demonstration Team AM now dissolved), the initial training was taken care of by the 9° Reggimento d’assalto paracadutisti (9th Parachute Assault Regiment) of the Esercito Italiano (Italian Army) "Col Moschin".
The 17° Stormo is divided into two sectors, one "trainer" and one "operative".
On the 17° Stormo inherits the tradition and the history of the illustrious 17° Gruppo Caccia (1917-1943 and 1956-1959); First as 17° Gruppo IT (1959-1964) and 17° Reparto IT (1964-1985), and finally as Stormo IT (1985-2007).
All the operations of the departments in charge of the 1ª BAOS are issued by Stato Maggiore Difesa (SMD or General Staff Defence) and managed by the Comando Operativo di Vertice Interforze (COI or Operational Command of Inter-Force Summit) of Centocelle or by the Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS or Inter-Force Command for Special Forces Operations) of Centocelle.
The 1ª BAOS regularly cooperates with similar departments in the national and NATO context and organizes an annual international exercise called "Scaglia", referring to the motto inserted in its coat of arms, "Incocca Tende and Scaglia".

Named

The 15° Stormo is named after Brigadier General Stefano Cagna. Born in Ormea (Cuneo) on December 25, 1901, Cagna enlisted at a young age as an Officer in the Regia Marina (Italian Royal Navy) and subsequently obtained the Brevetto di Pilota di idrovolanti (Pilot Licence of seaplanes). In 1927 he was assigned to the Centro Sperimentale Idrovolanti (Seaplens Experimental Centre) of Vigna di Valle where, thanks to his innate abilities, he was noticed by the Secretary of State of Aviation Italo Balbo. In 1928 he was commissioned by Balbo to study the feasibility and then to prepare the Western Mediterranean Air Cruise, consisting of 61 aircraft (SIAI S.9bis and Savoia Marchetti S.55) which took place from 26 May to 2 June of the same year; the flight started from Orbetello and touched several points of the Iberian Peninsula ending at the same point with well 2,804 km traveled.
In the subsequent flights Balbo has always wanted to her side Cagna as co-pilot and as a member of the organization.
Another epic mission that earned Cagna the Medaglia d’Oro al Valor Aeronautico (Gold Medal for Aeronautical Valor) is the one known as "the rescue to the red tent", where as co-pilot, alongside the famous transflyer Umberto Maddalena, and at the controls of a Savoia-Marchetti S.55 type aircraft brought supplies to General Umberto Nobile and his crew, crashed with the airship Italy and trapped on the polar ice pack, basic necessities that allowed the men of the mission to survive until the arrival of the Krassin icebreaker.
Cagna, after the promotion to Lieutenant is transferred to the Regia Aeronautica (Italian Royal Air Force), and participates in the subsequent transatlantic flights, Italy-Brazil Air Cruise and the (Decennale) ten-year Air Cruise.
In 1940 he was commissioned to command the X Brigata Aerea Bombardamento Terrestre (10th Bombardment-Land Air Brigade) "Marte" based in Cagliari-Elmas.
On 1 August 1940, off the Balearic Islands, during a mission to attack a convoy of British ships bound for Malta, the Savoia-Marchetti SM.79 trimotor was hit by anti-aircraft and crashed into the sea, besides Stefano Cagna, the other two crew members also lost their lives.

History

On June 1, 1931, on Ciampino Airport, the 15° Stormo (Wing) was formed as a Day Bombing Unit. The aircraft was initially the BR.3. In the early stages of World War II, the Unit operated with its S.79 in North Africa and the Mediterranean.
In 1942, after an intense cycle of operations, the 15° Stormo was repatriated and transformed into an Assault Unit on CR.42, with numerous seaplanes scattered throughout the country in 1946, the Unit is called Centrale Soccorso (Central Rescue), the following year the name turns into Servizio Ricerca e Soccorso (Search and Rescue Service). This Service was structured on six Coordination Centri (Centres), seven Sezioni idrovolanti (Seaplane Sections), three Sezioni Aeree (Air Sections) and seven Sezioni motoscafi (Motorboat Sections). In 1951 with the acquisition of the first amphibious aircraft Piaggio P 136 the Unit begins a period of renewal of the fleet, contextual to a numerical reduction of aircraft, in 1952 is delivered the first G.212, in 1953 the first two helicopters Sikorsky H 19, in 1958 the first HU 16A Albatross arrived and the following year the first AB 47J helicopters arrived.
After several renovations, on 1 October 1965 the Servizio Ricerca e Soccorso was renamed with the current inscription 15° Stormo SAR (Search and Rescue), the equipment of aircraft and helicopters was so concentrated: HU 16A, AB 204B, AB 47J and J3, the Stormo Command was initially in Ciampino where they were also placed 84° Gruppo (Squadron) and 85° Gruppo, while in Linate (Milano) was located the 1° Distaccamento (Detachment), and in Grottaglie (Taranto) the 3° Distaccamento.
In 1973 the Flag of the Unit was awarded the Medaglia d’Argento al Valor Civile (Silver Medal for Civil Valor) for the interventions of 1966 in favor of the floods in Toscana and Veneto.
In the first months of 1973 the Unit began the radiation of the Albatross, AB 204B and AB 47J, thus losing the name of Ricerca e Soccorso (Search and Rescue). Only in 1977 with the arrival of the new HH 3F helicopters are reconstituted the SAR Units, the 84° Gruppo in Brindisi, the 83° Gruppo in Rimini, the 82° Gruppo in Trapani, while the 85° remains in Ciampino as Gruppo di Volo (Flying Squadron) within the Stormo. In 1979 the Stormo made the last flight with a fixed wing aircraft (HU 16A) remaining with only helicopters.
In 1981, the Stormo Flag was awarded the Medaglia d’Argento al Valor Aeronautico (Silver Medal for Aeronautical Valor).
In 1984 within the 15° Stormo, the 46° Centro Protezione Civile (Civil Protection Centre) was reconstituted with an endowment of Canadair CL 215 and G 222 A/I and the 615ª Squadriglia Collegamenti (Liaison Flight) with AB 212AM, A 109A, P 166M and Siai S 208M. This flourishing situation lasts only three years because in 1987 Canadair are sold to the Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio (Civil Protection Department of the Presidency of the Council), the G 222 to the 46ª Brigata Aerea (Air Brigade) of Pisa, the same fate for other aircraft transferred to other departments or even radiated.
In 1993, the 15° Stormo returns to Africa participating in the mission "Restore Hope" in Somalia, at the same time the first Combat SAR (CSAR) activities are carried out.
1997 is the year that sees the transfer of the Stormo from Ciampino to Pratica di Mare, framed under the 9ª Brigata Aerea in "condominium" with the 14° Stormo. In 2006, on the 15°, it acquired the 615ª Squadriglia again from the disbanded 9ª Brigata and was placed under the control of the Comando delle Forze per la Mobilità e il Supporto (Mobility and Support Forces Command).
On 15 November 2007, the Stormo War Flag was awarded of another Medaglia d’Oro al Valore Aeronautico (Gold Medal for Aeronautical Valor).
The last passage takes place on October 5, 2010 with the transfer of the Command of the Stormo, the 81° Centro Addestramento Equipaggi (CAE) and the 615ª Squadriglia Collegamenti from Pratica di Mare to Cervia. For the first time since the post-war period, the Stormo has its own headquarters for exclusive use.

Cervia-Pisignano airport

The construction of the airport of Cervia-Pisignano dates back to 1955, the structure is located a few kilometers from the town of Cervia, in whose interlude there are the homonymous salt pans. The air base has only one runway oriented 11-29, northwest/southeast.
From the moment of construction until 1967 there is very little information about the structure, much clearer the situation in the following years, with exclusive use by AM and its operational departments.
In 1967 on the air base of Cervia is reconstituted the 8° Stormo (Wing), first equipped with F 84F Thunderstreak and then, from March 1971 with the twin-engine Aeritalia G 91Y, the 8° someone operates until its closure in March 1995 with a single Gruppo di Volo (Flying Squadron), the 101°, first as Caccia Bombardiere (CB or Fighter Bomber) and then as Caccia Bombardiere Ricognitore (CBR or Fighter Reconnaissance Bomber).
With the closure of the 8° Stormo is transferred to Cervia from Rimini the 5° Stormo with its Gruppo di Volo, the 23° Gruppo Caccia Intercettori Ognitempo (CIO or Fighter Interceptors All-Weather) and equipped with F 104S-ASA. The F 104S-ASA was replaced in 2004 by the leased F 16ADF with the "Peace Caesar" program.
The 5° Stormo is placed in "Quadro" position at the same time as the withdrawal of the F 16 on June 4, 2010, the aircraft are momentarily transferred to the 37° Stormo of Trapani-Birgi waiting to be returned to the United States. In the same period he was transferred from Pratica di Mare to Cervia on the 15° Stormo, assuming the present shape.

As mentioned above, the 15° Stormo has been entrusted with specific tasks, which have evolved considerably over the years. In fact, from being a Unit that dealt mainly with the relief of the population, now it is also responsible for ensuring the safety of airspace, obviously in limited cases, and above all its task expands far outside the national territory, with missions in Africa and the Middle East to protect assets and people engaged.
In the last decades the military rescue activity has evolved a lot, the Aeronautica Militare has had to adapt and be ready to operate in new and different situations.
To better explain the concept of rescue, we first analyze it with a synthetic scheme, and immediately afterwards in full, in both cases we will try to explain what are the substantial differences:
-Search and National Rescue (SAR - Search and Rescue), directed at military and civilian personnel, is carried out in an environment without hostile interference.
-Combat Search and Rescue (CSAR - Combat Search and Rescue), directed at military personnel trained and dispersed in operational theaters, is carried out in environments, where hostile interference is expected. In the same context, and in the presence of untrained personnel at CSAR, Combat Recovery (CR - Combat Recovery) is implemented. To close the chapter CSAR there is the practice Non-conventional Assisted Recovery (NAR - Non-conventional Assisted Recovery) carried out in a hostile area by the Special Operations Forces (SOF - Special Forces), only in the event that the staff is not caught.
-Resonnel Recovery (PR), directed at military and civilian personnel located and operating in crisis areas or areas where military operations are taking place.

Now let’s see in detail the tasks:

Search and Rescue (Search and Rescue)
The term "search and rescue" identifies a set of rescue operations conducted by personnel trained for this purpose, and the use of specific air, land or sea resources to bring aid as soon as possible to persons in a particular situation both on land and in the marine environment.
In Italy for many years the competences of this type of activity on the sea have been well defined, in fact, the Guardia Costiera (Italian Coast Guard) has been identified as the main subject for the rescue at sea.
The International Convention on Search and Rescue signed in Hamburg on 27 April 1979, which entered into force on 22 June 1985, has been drawn up by the Organizzazione Marittima Internazionale (IMO or International Maritime Organization) the committee on the environment, public health and consumer protection has tabled an amendment to this effect.
The Convention was amended twice, in 1998 by Resolution MSC.70 (69) and later in 2004 by Resolution MSC.155 (78).
Successively to the convention the IMO, in collaboration with the ICAO (International Civil Aviation Organization) has prepared the Manual international of search and rescue marine, known as IAMSAR (International Aeronautical and Maritime Search and Rescue Manual).
As for the search and rescue purely on the ground the situation is somewhat nebulous, the 15° Stormo is certainly an interpreter of primary importance, but it divides the sector with a multitude of actors that include the Vigili del Fuoco (Fire Brigade), the Esercito (Italian Army), the Polizia di Stato (State Police), the Guardia di Finanza (Italian Custom Police) and the SUEM 118.
The activities of Search and Rescue on the national territory, and in some cases if required by the IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination [Centre) of the Guardia Costiera for an intervention on the sea, are managed by the Rescue Coordination Center (RCC) of the Comando Operazioni Aree (COA or Operations Command Areas) of Poggio Renatico (Ferrara) which, having received a request from a local authority, requires the intervention of the helicopter, identifying in turn the carrier deemed most suitable for the performance of the mission, The possibility can then fall on one of the helicopters of the 15° Stormo prepared for emergency intervention and placed in one of the five Centri SAR.
Search and rescue are very complex missions, each time different from each other, often in extreme weather situations, are not missions that can be planned in their entirety; the crews of the 15° Stormo continuously train to be ready in case of need, the preparation is achieved only by performing many hours of flight training. The standard crew for these missions is four military, two pilots (Chief Crew and Co-pilot), an aerosoccorritore (ARS or swimmer) and an operatore di bordo (OB or on-board operator), there is an "option" with the boarding of a fifth element with the function of assistente di sanità (health care assistant - nurses).

Combat SAR

The Combat Search and Rescue is a doctrine applied exclusively in the military, is carried out by highly specialized personnel and dedicated aircraft that must seek and rescue military personnel dispersed in hostile territory, until a few years ago, it was aimed exclusively at flight crews who crashed behind enemy lines. As we have seen in the introduction there are different procedures in case of operations classified as CR or NAR/SOF.
The first experiments of this particular activity were born during the First World War. The first recoveries of pilots crashed behind enemy lines were carried out with land vehicles, while the first real recovery carried out with a single-seat aircraft, was made in 1915 in Bulgaria by a Group Commander (Richard Bell-Davies) of the Royal Naval Air Services, who landed with his own aircraft in hostile territory to retrieve one of his downed comrades and bring him to safety.
During the Second World War, the German Luftwaffe implemented the rescue activity with a dedicated unit (Seenotdienst) equipped with armed aircraft and with a recognizable livery.
The real development of the doctrine, with the use of specific aircraft and predetermined procedures, took place during the Vietnam War, activities brought to the dawn of the general public with the famous film BAT 21; during the whole conflict the American armed forces have recovered with this system 3,883 military but paying a high price of lives with 71 dead rescuers and 45 aircraft lost.
Carrying out a Combat SAR activity is quite complex and delicate simply because they are carried out in enemy territory, crews carrying out this mission must have specific training and be able to use dedicated aircraft or helicopters with the necessary equipment.
The 15° Stormo began this type of mission with the helicopter HH 3F "Bravo" for an initial phase, implemented with the introduction of the version "Charlie" during this period, the Stormo was able to carry out tasks of Combat SAR in many nations in which the Italian armed forces were engaged, we remember the most important Somalia, Afghanistan and Iraq.
The equipment of the helicopters that allow you to safely practice this mission are multiple. The helicopters must have armament on board, then machine guns, the parts of the cockpit in which the crew members are positioned are reinforced to protect them from gunshots, and finally you need a system of self protection against the launch of missiles, such as the system MWR (Missile Warning Receiver) and a launch system of Chaffe and Flare, this is the minimum equipment to perform missions of Combat SAR.
With the withdrawal of the HH 3F in 2014, the 15° Stormo has retained the ability Combat SAR only with regard to personnel, as the HH 139A, supplied in the post HH 3F period to all Centri SAR, is not suitable for this type of mission.
With the introduction on line of the HH 101A CAESAR is slowly recovering the ability to accomplish these missions even with aircraft, the CAESAR represents the best there is on the market as a helicopter built and developed to the state of the art to play the role Combat SAR, so not an adaptation, but a helicopter that is born with armament, self-protection equipment, mission system, in-flight refueling probe and much more specially developed.
Helicopter equipment and personnel training are two of the three fundamental factors for a successful mission, the third element that we have not yet seen is contained in the procedures, basic for a successful assignment.
The procedure of recovery of a pilot, or at least a military, dispersed behind enemy lines begins with the location of the place where the subject is located, which can take place through a signal emitted by the Transponder supplied, from a GPS tracker (Global Positioning System) or from geographical coordinates indicated by radio.
Once the location of the stationed subject can be identified, the helicopter is usually escorted by aircraft that play the role of CAS (Close Air Support) to attack any enemy forces.
Before performing the rescue of the military, it must be unequivocally recognized, especially to avoid that an enemy has replaced the missing. After recognition, recovery is carried out with the landing of the helicopter in a nearby area or with the use of the winch. In the case of complex missions, where the risk of enemy attack or ambushes is high, they are boarded by the soldiers of the 17° Stormo Incursori (Commandos Wing) who assist the helicopter crew during the salient phases.

Personnel Recovery

Personnel Recovery (PR) is a newly established military doctrine, established to rescue military (NATO) and civilian (EU) personnel who have been isolated or escaped capture, in crisis areas or in the presence of hostile forces. This specialty is one of the most important Dual Use capabilities of the Aeronautica Militare. PR is not a purely military activity, it is carried out in support and favor, direct or indirect, of the community and "embraces" almost all the ramifications of rescue, in fact, the primary objectives are the safeguarding of human life in any context, the reintegration into service of recovered personnel, maintaining the high level of operation of the forces employed, avoiding the exploitation of captured persons for propaganda purposes and preventing the escape of sensitive information extorted from the personnel involved.
The PR is defined as the set of military, diplomatic and civilian efforts to facilitate and carry out the recovery of people.
The recovery of this staff, presents a series of problems and consequences ranging from the credibility of the nation to which the subjects belong, to the morale of the staff engaged and are closely linked to the support of public opinion.
In light of today’s scenarios, PR operations would be well applied in one of the many peacekeeping or peace-enforcement operations involving the Italian armed forces and governmental and non-governmental organizations.
Recent events show that the abduction and detention of hostages must be regarded as genuine forms of asymmetric struggle, or retaliation against the nation that carries out activities in high-risk countries.
The approach must be multidisciplinary and interforce allowing the recovery of isolated personnel in a short time through targeted and timely interventions, the Joint Personnel Recovery (JPR) system in addition to evaluating a number of options, it must also take into account the opinion of the Political Authority, and in the case of involvement of civil personnel belonging to non-governmental organizations, the competent ministries must be consulted.
For all a series of reasons PR operations were governed by guidelines issued by NATO and the European Community and in 2015, the European Personnel Recovery Centre was created at the Poggio Renatico Aeronautica Militare base (FE). The initiative was born at the behest of the European Air Group with the intent to convey all the knowledge of the PR sector in a single pole, the EPRC is also able to support a possible operational mission with its specialized personnel. All seven countries that have joined the programme (France, Germany, Belgium, the Netherlands, Great Britain, Spain and Italy) have their own personnel recovery structure, in Italy one of the Departments that has purchased all the necessary experiences is just the 15° Stormo. .
The Personnel Recovery system is a set of operations to be performed before, during and after the mission.
First of all the risk must be analyzed, the Joint Force Commander (JFC) suggests the type and quantity of structures to be used in the JPR.
Then there are the operational phases that characterize the PR activities:
- The communication, the initial notification of a possible isolation event.
- The location, accurately determine the location of people.
- The support, the actions that must be done towards isolated people and their families.
- The recovery, coordinated action between JFC, JFC staff and arrangements used to bring people back into the custody of a friendly organization.
- Reintegration, final stage of the process.
There are three crucial parts to a successful mission:
- The Command & Control
- The structures that can be used in PR missions
- The education and the training
The Command & Control is a chapter that analyzes the problems arising from PR activities, establishes the responsibilities assigned to the JFC that are then transmitted to the Joint Personnel Recovery Cell (JPRC), and then analyzes the responsibilities of subordinate units.
The structures that can be used in PR missions are a chapter that defines which forces must be used for an operation, starting from a single element and arriving at a complex task force, that is a combination of maritime, land and air capabilities. Defined the mode of intervention, are established the main structures that will participate, in particular helicopters, aircraft, Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance (ISTAR), land units, naval, underwater and special forces.
Education and training are the two most important basic components, activities that must be constantly verified and updated through training paths to implement PR skills, procedures and tactics.
As mentioned at the beginning of the PR chapter this activity includes a wide range of missions, for correctness of information it is right to mention also those rescue activities that do not fall under Personnel Recovery but in a category called Special Operation, they are:
-Hostage Rescue - assistance to detained diplomatic and civilian personnel, usually the responsibility of the individual nation and not of NATO.
-Unit Rescue - rescue units that escaped capture.
-Non-combatant Evacuation Operations (NEO) - Evacuation operations of isolated non-combatants.
-Non-conventional Assisted Recovery (NAR) and Special Operations Forces (SOF) - Non-conventional Assisted Recovery and Special Forces detained.

Slow Mover Interceptor (SMI)

Without taking into account the order of importance, the last task that we analyze, assigned to the 15° Stormo is the Slow Movers Interceptor (SMI), the only activity of the Stormo completely unrelated to the "world" of rescue as a predominant role in everyday life.
The role of SMI was born after the tragic events of 11 September 2001 and the materialisation of an asymmetric terrorist threat that uses any means available to carry out terrorist attacks. From this moment in many Western nations it is realized that for the protection of certain urban areas, or areas of strategic interest, especially at major sporting, political or economic events, it is no longer enough to protect the ground space, but it is necessary to ensure adequate coverage of the overlying airspace. The first solution is to prohibit overflying of the airspace concerned with "No-fly zone", but it is also necessary to ensure that this space is not violated. The normal idea of airspace protection with interceptor fighters is no longer a winner if an ultralight or a light aircraft were to be used as a hostile carrier - light aircraft means aircraft normally used by flight schools or aeroclubs - is therefore capable of flying at low altitude and at speeds below 120 knots. The minimum speed of an interceptor fighter such as an F 2000 Typhoon or an F 16 would make interception very difficult if not impossible, given that the stall speed of the Typhoon is about 107 knots (200 km/h).
At first in Italy, to deal with the new circumstance, were used mainly aircraft MB 339CD, which armed with cannons under the wings were adapted to the purpose thus giving way to a new role still to be built, by memory, the first operational use should have been during the Winter Olympics in Torino in 2006.
While considering the MB 339 however disproportionate for this mission, the means that certainly best suits the contrast of the Slow Movers is the helicopter, in the first period the two carriers prepared for the purpose were the HH 212 and the HH 3F, helicopters already armed with machine guns and normally used for the Combat SAR, the first is now in the final phase of its operational life and in any case is limited by a maximum speed of only 223 km/h, the second was withdrawn from active service in 2014.
With the arrival of the HH 139A and the HH 101A CAESAR, the role of SMI for the 15° Stormo has become a well-defined reality, thanks to the extensive technological equipment on board such as the FLIR, and the machine guns, although as an option, but well integrated, and especially thanks to the high speed performance, 306 km/h for the HH 139, 309 km/h for the HH 101.
The HH 139A has already been widely used in the SMI role for example at the last G8 summit held in Taormina in 2017. For HH 101, still in full development program, it will surely be an integral part of the next missions.


The main characters of the 15° Stormo

Pilots

The flight crew of the helicopter is composed of two pilots, defined crew leader and co-pilot, both indispensable for the correct use of the helicopter and to guarantee the success of the assigned mission, in particular during the search and rescue operations.
Both figures perform the same selective and training process, the point of arrival of the route that we will see in the next lines is the qualification of crew leader.
The future pilot who passes the entry selections in the Armed Force has to carry out a first phase at the 70° Stormo of Latina on the aircraft SF 260EA (T 260 Series), the course lasts three months for a total of about 20 missions, if he passes it, the student is awarded the Brevetto di Pilota di Aeroplano (BPA or Airplane Pilot Licence).
For the lucky ones the doors of the Accademia Aeronautica (Air Academy) of Pozzuoli (Napoli) are wide open, at the Accademia the student will spend the next five years, all mainly aimed at studying, except for some short "parentheses" during the summer, where the student returns to Latina to carry out sessions for the maintenance of the Brevetto, for some years there have also been sessions at the 60° Stormo of Guidonia where the student is taught the basics of gliding with the glider, experience considered very instructive.
After the academic degree there is the second phase that is carried out based on the availability of flight hours at the foreign schools of Sheppard (United States) or Kalamata (Greece) to fly on the T 6A Texan II, or remaining in "home" on the MB 339A of 61° Stormo of Lecce-Galatina, this second phase usually lasts from eight months to a year, for a total of about 100 hours of flight.
This is the screening that all future pilots of AM carry out, then according to the type of flight line assigned to the individual pilot, whether helicopters, transport, or aerotactical lines the roads are divided, we obviously take into consideration the assignment to the helicopter line.
The pilot arrives at 70° Stormo di Frosinone, where he performs a first phase "alpha" helicopter NH 500E (TH 500B) for a duration of about 100 hours of flight, at the end the pilot acquires the respective rating on the NH 500.
The next phase is called "bravo" and is made on the helicopter HH 139A, in this phase the pilot acquires the ability to operate in a multicrew context, then placed in a mixed crew, and also begins to use mission management systems, not present on the NH 500; this phase lasts on average 50 hours of flight, if the pilot is considered eligible, acquires the Brevetto di Pilota Militare (BPM or Military Pilot License), and above all can boast the coveted mark of military pilots, the Aquila Turrita.
The next step is the assignment to one of the five Centri SAR located on the national territory.
This does not mean that the training period is over, indeed in practice it is only in the middle of the operation, in fact, immediately begin six stages of training to acquire the operational skills.
The 1st and 2nd phases are held at the 81° CAE (Centro Addestramento Equipaggi) in Cervia, where the pilot obtains the basic rating on the HH 139A.
Performing the 3rd and 4th phase the pilot acquires the SAR qualification always on HH 139A, after this phase, which lasts about a year and a half, is qualified co-pilot and can carry out operational activities and then mount alarm.
To the represented training activity, two further phases must be added to achieve the Combat SAR qualification.
After a year of operational activity, the second pilot can begin the process to become a crew leader, a path purely aimed at learning the specific rules of mission management.
After reaching the "highest step", there is the possibility of becoming an instructor, in each Centro SAR are included in 1 or 2 instructors, the choice obviously falls on those who have demonstrated skills and attitudes above average.

Operatori di Bordo (OB or On-Board Operators)

The Operatori di Bordo are the professional/specialist who oversees the operations of helicopter preparation taking care of the preparations provided by the mission, and deputies to pre-flight checks before the start of the helicopter.
The fittings are those on-board equipment that allow to carry out a search and rescue mission (SAR - Search and Rescue) or medical transport (MEDEVAC - MEDical EVACuation) respecting the dictates imposed by the institutional tasks assigned to the Stormo, they include transport stretchers, spoon stretchers for recovery and the recovery basket, and not only, because in case of mission (Personnel Recovery) in a hostile environment also the on-board machine guns are part of the set up by the OB.
Another task of the OB is to take care of and manage the cargo on board the helicopter when it includes any passengers and/or materials transported during the mission.
The most important and fundamental task performed by the OB, in the vision of a crew dedicated to rescue, is certainly the management of the winch, therefore the management of the operations of descent and ascent of the same, obviously the Operatore di Bordo also supervises the docking operations of the Aerosoccorritore (Swimmer).
That’s not all, the OB becomes even more indispensable for the conduct of the helicopter during the phase of release and recovery of the Aerosoccorritore and the injured and/or shipwreck, as the movements that the pilot must do are carried out through its indication, It is difficult to think that a specialist can coordinate this type of maneuver, but there is no other system than relying on his "eyes" and "experience".
The same goes for off-field landings and take-offs, where the OB, or the OB, in the case of the HH 101A can also be in three, become indisputably the supervisors of the maneuver.
The OB is also in radio contact with the Aerosoccorritore for the management of all stages of recovery, making contact with the rest of the crew.
There are other roles, let’s say "second floor", that the Operatore di Bordo play, the first is that of Gunner, that is, on-board armament, in particular with the new HH 101A that is equipped, as widely seen in the photographic report, of three positions with 7.62mm M 134 Gatlin machine guns. The second is to manage the onboard FLIR (Forward Looking Infrared) via mobile console.
The OB specialists arrive at this role through internal competitions of Armed Force, then they carry out a one-month "machine" course that takes place at the 6° RME (Reparto Manutenzione Elicotteri) at Pratica di Mare or at Leonardo Elicotteri (former AgustaWestland). The next step is held at the Centro Addestramento Equipaggi with an OJT (On Job Training) course aimed specifically at the setting on the fly.
As for the pilots, once reached the 4th phase of training, we move to the purely operational part and there are regular rounds of emergency intervention.

Aerosoccorritori ARS (Swimmer)

The Aerosoccorritore is the professional figure that implements all the necessary procedures to provide assistance to people in imminent danger and prepares the subsequent recovery, both on land and in water.
The role of the Aerosoccorritore is long-standing in the Aeronautica Militare, the specialty was born in 1968, thanks to the intuition of the one who romantically was called "Pater Sommozzatorum", the officer Franco Papò that in previous years, following participation in some organizational activities for the Armed Force (see demonstration in Vigna di Valle to demonstrate at NATO level the SAR capacity of Italy), began to think of the figure of the future Aerosoccorritore, by participating in these events, colleagues who excelled at the sporting level in diving specialties.
In December 1968, the specialty "Divers-Rescuers" was born with five NCOs patented at the Marina Militare (Italian Navy) and 15 officers and non-commissioned at the Federazione Attività Subacquee (Federation of Underwater Activities) of CONI.
Among the prominent instructors of these new frogmen, the "Father of Italian diving" Duilio Marcante, already founder of Cressi Sub and creator with Doct. Giorgio Odaglia of the famous compensation maneuver known all over the world.
The 1 February 1969 instead, is carried out the course "Aerosoccorritori" and the 21 March of the same year is constituted the "Centro di Sopravvivenza ed Aerosoccorritori -Survival and Swimmer Center-" near Vigna di Valle whose first Commander was the Maj. Aars Franco Papò.
The operational baptism takes place only a year later when the Sergeants (Cristarella and Toscano), accompanied by Franco Papò, retrieve the Commander of the Scuola di Volo (Flying School) of Latina and its instructor, crashed with a P 166 at sea in front of the coast of Foce Verde.
The ARS is the only charge of the crew to get away from the helicopter to bring help to the subjects involved, the descent can take place with a normal landing, or with the use of the winch, or even with a launch directly from the helicopter for operations on the water. The Aerosoccorritore is also the only member of the crew, for which it is conceivable "the abandonment" on the site of the intervention, obviously for compelling and urgent technical reasons, a situation certainly not common but really happened.
The example of the abandonment is commonly described in one case, where the ARS was assisting a shipwreck at sea, the helicopter had a serious failure that forced the flight crew to leave the area of the intervention immediately, the ARS and the shipwreck had to wait for a boat to arrive to be rescued, not for nothing one of the peculiarities of the Aerosoccorritori is to have an ability to stand alone for at least 72 hours.
In essence, it is the operator who, in carrying out the assigned tasks, maintains its typical uniqueness of employment that lies in the ability to conduct operations acting within a framework of operational and logistical self-sufficiency, using materials and applying diverse and highly flexible operating procedures.
The ARS also has so-called secondary tasks ranging from some technical checks, to the help for navigation and above all is a valuable support during visual searches.
From these first lines it would seem that the ARS could be a kind of superman, someone might think of it but it is definitely an exaggerated definition, it must be said with certainty that it has a psycho-ability above average physics that allows him to face and manage a range of unimaginable situations.
As for other specialties, the entry in the role Aerosoccorritori, is regulated by internal competitions open exclusively to personnel already belonging to the Armed Force, in the very first competitions a large part of claimants came from the Nuclei Antincendi (Fire Brigade).
Now let’s see how they train and what are the main features.
The first phase consists of a "selective preparatory course", if considered suitable, you access the actual course, from 2017 this course is held at the CAE of Cervia, before it was held in Pratica di Mare.
The basic training course lasts about eight months and is structured by providing theoretical and practical training through the development of four modules. The theoretical part is dedicated above all to first aid, fundamental to keep alive a traumatized. Courses of first aid higher level are carried out successively near the Istituto di Medicina Aerospaziale dell’Aeronautica Militare (IMASS or Institute of Aerospace Medicine of the Italian Air Force) of Roma, or near the Policlinico Gemelli always in the capital, or abroad at specific NATO institutions located in Germany.
The initial course also includes:
-survival and rescue in the mountains and inaccessible areas
-use and maintenance of equipment
-helicopter qualification on HH 139A
The newly qualified Aerosoccorritori are then sent to the assigned department, where they will achieve Prontezza al Combattimento Limitato (PCL or Limited Combat Readiness) through helicopter, ground and water training.
To achieve Prontezza al Combattimento (PC or Combat Readiness) it is essential that the ARS carry out the following courses:
-Combat SAR
-authentication techniques and procedures
-Sopravvivenza Evasione Fuga Resistenza all’Interrogatorio (SEFRI or Survival Escape Escape Resistance to Interrogation)
He must also obtain a military boating license and qualify as a military diver qualified for security service and work in the hull.
-qualification as a qualified military diver
The training does not stop at readiness, but is constant and continuous, in fact, the Aerosoccorritori also undergo the courses of:
-swimming
-self-defense
-mountaineering (skiing, rock climbing)
-telecommunications
-patrolling (Col Moschin and 17° Stormo)
Constant are also the participation of the ARS in exercises and training courses in collaborations with the NATO Armed Forces, in particular at the ITSC (International Training School Center) in Pfullendorf to acquire survival skills in enemy areas. Or by participating in the Tactical Leadership Programme (TLP) of Albacete, a renowned aeronautical event, but which includes Combat SAR sessions, specifically called Joint Combined Recovery Task Force (JCRTF) and organized by the European Air Group (EAG). To close in beauty we remember the "particular" courses of desert survival at the Nellis Air Force Base (Nevada United States), survival in the Jungle in Brunei.
Until now we have seen that the Aerosoccorritori participate in an impressive range of courses, but it is fair to know that the 15° Stormo. Thanks to high acquired skills, manages and organizes training events aimed at other corpss in particular for Extraction Forces and Personnel Recovery.

The author would like to thank the Gen. Agresti, Col. Invrea, Col. Schneider,
Lt.Col. Luca P., Maj. Alessandro A., Maj. Raffaele M., Maj. Boris P., Maj. Verner R., Capt. Agostinelli, Capt. Miserini,
Capt. Masini, Capt. Catamo, Capt. Emili, Capt. Mosca, Capt. Liccardo and all the personnel of the
15° Stormo and of the Centri SAR.  
Special thanks to the Col. Urbano Floreani and the Maj. Stefano Testa of the Press Office of SMA (Roma)
Images by Giorgio Ciarini, Dario Cocco, Alessandro Palantrani and Luigi Sani 
Text by Giorgio Ciarini and Alessandro Palantrani 
September 2016 - December 2017