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Quella volta qualcosa era andato storto. L'ambasciata della Georgia a Roma ci aveva dato l'ok per una visita all'aviazione georgiana, ma quando giungemmo a Tbilisi nessuno sapeva chi fossimo e perché fossimo arrivati armati di tante macchine fotografiche. Capimmo che il momento politico era molto delicato; eravamo nel 2000, tre anni prima della rivoluzione delle rose ed ancora regnava Edvard Shevardnadze, l'ex Ministro degli Esteri di Gorbachev. Da pochi anni era finito il conflitto con i separatisti dell'Abkhazia ma spinte separatiste erano ancora presenti anche nell'Ossezia.
Nonostante la sorpresa di vederci, nello spazio di una mattinata, organizzarono un evento per noi; si trattava di una visita alla base aerea di Marnueli, 30 chilometri da Tbilisi, e alla vicina fabbrica 31 che produceva da una decina di anni il Sukhoi Su 25.
Avremmo proseguito per l'aeroporto internazionale dove avremmo visitato il reparto che gestiva gli elicotteri presidenziali,quelli che Shevardnadze usava per gli spostamenti.
Marnueli, in uno scenario di montagne ancora innevate era una base della Difesa Aerea ai tempi dell’Unione Sovietica dotata di velivoli Su 15 “Flagon”. Dal 9 aprile 1991, anno di indipendenza della Georgia, era sede dell'Unità 44763 comandata dal Col. Gogishvili dove erano basati tutti i velivoli dell'aviazione georgiana.
Allora era una base dalle infrastrutture in pessime condizioni; gli aerei erano ben mantenuti anche se i Su 25 apparivano non proprio pronti a volare.
Potemmo fotografare solo un paio di L 29 ,un Yak 52T ed una line-up di Su 25K e UB che aspettavano le cure della “Factory 31”.
La fabbrica 31 infatti non produceva più i Sukhoi ma ne curava la manutenzione. La visita fu molto breve; vedemmo alcuni “Frogfoot” in varie fasi di lavorazione ed un Mig 21 biposto di proprietà della ditta ma che sarebbe stato preso in carico dall’aviazione militare.
Decisamente più “tirata” la flotta degli elicotteri VIP basati all'aeroporto internazionale di Tbilisi, due Mil Mi 8MTV (Mi 17) 01 e 02 “blue”, usati anche dal Presidente Shevardnazde.
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Foto e testo di Elio Viroli e Stenio Bacciocchi
Aprile 2000

 

English translation

Something went wrong that time. The Georgian embassy in Rome gave us the green light for a visit to the Georgian air force, but when we arrived in Tbilisi no one knew who we were and why we arrived armed with so many cameras. We understood that the political moment was very delicate; We were in 2000, three years before the Rose Revolution and still reigned Edvard Shevardnadze, the former Foreign Minister of Gorbachev. The conflict with the separatists of Abkhazia had ended a few years ago, but separatist forces were still present in Ossetia.
Despite the surprise of seeing us, in the space of a morning, they organized an event for us; It was a visit to the Marnueli air base, 30 kilometres from Tbilisi, and to the nearby Sukhoi Su 25 factory 31, which had been producing Sukhoi Su 25 for ten years.
We would continue to the international airport where we would visit the unit that manage the presidential helicopters, the ones that Shevardnadze used for travel.
Marnueli, in a scenery of still snowy mountains was an air defense base in the time of the Soviet Union equipped with aircraft Su 15 "Flagon". From April 9, 1991, the year of independence of Georgia, it was home to Unit 44763 commanded by Col. Gogishvili where were based all aircraft of Georgian aviation.
Then it was a base from infrastructure in bad condition; The planes were well maintained even though the Su 25 appeared not quite ready to fly.
We could only photograph a couple of L 29’s, a Yak 52T and a line-up of Su 25K and UB waiting for the care of the "Factory 31".
Factory 31 no longer produced the Sukhoi but maintained it. The visit was very short; We saw some "Frogfoot" in various stages of processing and a Mig 21 two-seater owned by the company but that would be taken over by the Air Force.
Definitely more "pulled" the fleet of VIP helicopters based at Tbilisi International Airport, two Mil Mi 8MTV (Mi 17) 01 and 02 "blue", also used by President Shevardnazde.

Images and text by Elio Viroli and Stenio Bacciocchi
April 2000