24 Agosto 2013, ore 06.00, inizia la mia avventura in Toscana e come meta ho l’Aviosuperfice Valdera, una fra le più conosciute in Italia e sede dell’Aeroclub di Pisa. Ubicata vicino al Comune di Capannoli, è un’ottima porta di ingresso per una delle zone più belle della campagna toscana e in posizione geograficamente strategica per la vicinanza alle città di Pisa, Firenze, Lucca e Siena nonché Volterra, Castelfalfi e tutta la campagna circostante.
Il soggetto di mio interesse è una vera rarità: un Avia FL-3( I-AGFT) che sfoggia le insegne storiche dell’Aviazione croata.
E’ un monomotore da turismo ad ala bassa prodotto dall’azienda italiana Anonima Vercellese Industrie Aeronautiche (AVIA) alla fine degli anni ’30 il cui prototipo venne portato in volo per la prima volta nel 1937 equipaggiato con un motore Walter Persy ricavato da uno Zlin Z-XII cecoslovacco.
Il velivolo presso l’Aero Club di Pisa è stato costruito nel 1941 con il numero di costruzione 176 ed è uno dei pochi che vola con il motore originale CNA D IVS (data di costruzione motore 10/02/1941). E’ stato il primo velivolo in Italia ad essere certificato come aereo amatoriale storico orfano e ricevendo un “Permesso di Volo” tramite il Club Aviazione Popolare della Toscana. E’ immatricolato I-AGFT, è stato recuperato in Inghilterra nel 2008 e dopo un restauro durato quattro anni porta i colori dell’ultimo dei 20 esemplari usati dall’Aeronautica dello Stato Indipendente della Croazia nel 1945, in precedenza aveva ricevuto le matricole I-TOLB e G-AGFT
L’FL.3 sinteticamente, nasce anche come aereo da collegamento per la Regia Aeronautica che ne ebbe in dotazione 250 esemplari per l’addestramento al volo, ma impiegandone in realtà un numero limitato in attività minori e lasciandone rimessati un gran numero. La sua concezione è direttamente riconducibile al desiderio di Italo Balbo, allora Ministro dell'Aviazione, di promuovere la cultura aeronautica di massa con conseguente sviluppo dell'aeronautica da turismo. In quest'ottica fa emanare nel gennaio del 1928 un concorso ministeriale per la realizzazione di un velivolo leggero da utilizzarsi nei ruoli di aereo da turismo, da collegamento ed addestratore basico per le scuole di volo civili, gli aeroclub e la RUNA, e della Regia. Al bando di concorso parteciparono la quasi totalità delle aziende di produzione aeronautica del territorio nazionale, tra cui l'Anonima Vercellese Industria Aeronautica (AVIA) con il suo FL.3 pur risultando nettamente in ritardo rispetto ad altri progetti. Alla fine furono addirittura dieci i progetti che vennero ritenuti all'altezza dei requisiti richiesti; oltre l'FL.3, il vincitore Fiat-Ansaldo A.S.1, il Breda Ba.15, il CAB C.4, il CANT 26, il Caproni Ca.100, l'IMAM Ro.5, il Macchi M.70, il Magni Vittoria ed il Piaggio P.9. Il progetto dell'FL-3 si deve alla volontà di Francis Lombardi il quale fonda la sua azienda con alcuni amici ed affida agli Ingegneri Cesare Mosso, Ugo Graneri e Pieraldo Mortara.
Durante la 2ª Guerra Mondiale anche la Luftwaffe lo ebbe in dotazione requisendo oltre un centinaio di esemplari destinandoli alle proprie scuole di volo. L’esemplare conservato a Valdera ha adottato la livrea della croata Zrakoplovstvo NDH ( Zrakoplovstvo Nezavisne Države Hrvatske ) non altro che l’Aeronautica Militare dello Stato Indipendente di Croazia e parte integrante delle Forze Armate croate dalla caduta del Regno di Jugoslavia alla fine del Secondo conflitto mondiale, quando la maggior parte delle forze croate fu inviata sul fronte est con il nome croato Hrvatska zrakoplovna legija. Questa Forza Aerea divenne attiva nell’aprile 1941 e consisteva in uno squadrone di caccia equipaggiato con i Messerschmitt Bf 109 ed uno squadrone di bombardieri Dornier Do 17. Alla fine della guerra tutti gli aeromobili catturati alla ZNDH furono inglobati dall'Aeronautica dell'Armata Popolare Jugoslava.
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Altra tappa della giornata dope le meraviglie di Valdera, è stata l’aviosuperfice Pratello a Peccioli (PI) sede della Vintage Aeroplane Company uno splendido “rifugio” per veri gioielli dell’aria posizionato in una splendida cornice di verde nella campagna toscana e gestito dalla coppia franco-americana Marie e Jon Roth, appassionati di velivoli storici che hanno unito l’amore per i vecchi aerei al business del restauro, manutenzione e vendita. Il loro primo aereo è stato uno Staggerwing Beechcraft 17 del 1939 ora in restauro, con il quale hanno viaggiato per gli Stati Uniti e in tutta Europa con i lori figli.
Fra le meraviglie in hangar al Pratello appaiono immediatamente all’apertura delle grandi porte, due splendidi biplani Boeing Stearman, e poi un soggetto incredibile, rarissimo in Europa ed unico in Italia: un biplano Waco UIC Standard Cabin (nome per differenziarlo dai biplani con cabina aperta) del 1933 codificato NC13408 acquistato nella primavera del 2012. Questo “aereo d’affari” americano, ha alle spalle una vera e propria storia di guerra essendo stato coinvolto nell’attacco giapponese alla flotta americana a Pearl Harbor nelle isole Hawaii. Quel 7 dicembre 1941 era uno degli otto aerei civili in volo nelle prime ore della mattina e fu sorvolato dagli aerei “Zero” della portaerei Akagi della Dai-Nippon Teikoku Kaigun o Marina Imperiale giapponese.
Secondo il Pearl Harbor Historical Association questo Waco, come già detto, era in volo con altri aerei quando furono attaccati da due velivoli nemici ad una quota di 6.000 piedi. Un aereo fu abbattuto mentre il Waco “riuscì’ a scampare all’attacco ed atterrare sull’aeroporto John Rogers (oggi Honolulu International).
Dopo essere entrato casualmente nella storia, l’aereo fu radiato l’8 dicembre 1941 con soltanto 9 ore e 35 minuti di volo per poi cadere nell’oblio. Acquistato dall’Aviation Flying Museum Inc. è solitamente basato a Malmo in Svezia, ma trasferito nella primavera 2013 nella “residenza estiva” italiana per completare il restauro degli interni e della cabina e riportarli alla configurazione originale degli anni ’30.
Il WACO UIC Standard Cabin è un prodotto della Waco Aircraft Company, una azienda aeronautica statunitense con sede nella città di Troy, Contea di Miami nello stato dell'Ohio, in attività dal 1919 al 1947, con un breve ed infruttuoso tentativo di rinascita negli anni sessanta. La compagnia nacque come Weaver Aircraft Company of Ohio (WACO) dal nome del suo principale fondatore, ma l'acronimo non voleva riferirsi alla città di Waco nel Texas, ma al campo di volo di Waco Field a Troy, nei cui pressi fu poi stabilita la fabbrica. Dopo l'uscita di Weaver dalla società, questa fu brevemente denominata Advance Aircraft Company, ma la sigla WACO era ormai entrata nell'uso, per cui verso il 1928 la società prese il nome definitivo di Waco Aircraft Company.
Accanto al Waco un altro pezzo raro, e aereo personale della Sig.ra Marie; un bellissimo Aeronca 7AC Champion, un aereo monomotore biposto in tandem da addestramento soprannominato “Champ” entrato in produzione negli Stati Uniti nel 1945 e dotato di un motore Continental A-65-8 da 65 CV (48 kW).
Viaggiare nel passato e poter ammirare, toccare, quasi con devozione questi aerei ha concluso il mio tour toscano nei migliore dei modi con la promessa a Jon Roth di ritornare presto nel suo paradiso. Voglio ringraziare anche infinitamente l’amico Daniele, proprietario dell’FL.3, per la sua disponibilità e cortesia nonché tutti i piloti presenti che mi hanno accolto subito come un vecchio amico.
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Voglio ringraziare infinitamente l’amico Daniele, proprietario dell’FL.3, per la sua disponibilità e cortesia nonché tutti i piloti presenti che mi hanno accolto come un vecchio amico.
Foto e testo di Claudio Toselli
Agosto 2013

 

English translation


24 August 2013, 06.00, begins my adventure in Tuscany and as a destination I have the Airfield Valdera, one of the best known in Italy and home of the Aeroclub of Pisa. Located near the City of Capannoli, it is an excellent gateway to one of the most beautiful areas of the Tuscan countryside and geographically strategically located for its proximity to the cities of Pisa, Florence, Lucca and Siena as well as Volterra, Castelfalfi and the surrounding countryside.
The subject of my interest is a real rarity: an Avia FL-3( I-AGFT) that shows the historical insignia of the Croatian Aviation.
It is a low-wing single engine produced by the Italian company Anonima Vercellese Industrie Aeronautiche (AVIA) in the late 1930s whose prototype was first flown in 1937 equipped with a Walter Persy engine made from a Zlin Z-XII Czechoslovak.
The aircraft at the Aero Club of Pisa was built in 1941 under construction number 176 and is one of the few that flies with the original engine CNA D IVS (date of construction engine 10/02/1941). [It was the first aircraft in Italy to be certified as an orphaned amateur aircraft and receiving a "Flight Permit" through the Club Aviazione Popolare della Toscana. It is registered I-AGFT, it was recovered in England in 2008 and after a restoration lasted four years 1945, in it bears the colors of the last of the 20 examples used by the Air Force of the Independent State of Croatia previously had received the serial I-TOLB and G-AGFT
The FL.3, synthetically, was also born as a liasion airplane for the Regia Aeronautica that had 250 aircraft for flight training, but actually employing a limited number of smaller activities and leaving a large number of them put back. Its conception is directly attributable to the desire of Italo Balbo, then Minister of Aviation, to promote the culture of mass aviation resulting in the development of aviation tourism. With this in mind, in January 1928 he launched a ministerial competition for the creation of a light aircraft to be used in the roles of tourist aircraft, liaison and basic trainer for civil flight schools, air clubs, for the RUNA and for the Regia. Almost all of the aeronautical production companies of the national territory, including Anonima Vercellese Industria Aeronautica (AVIA) with its FL.3, participated in the call for applications, even though they were clearly behind in other projects. In the end there were even ten projects that were deemed to meet the required requirements; beyond the FL.3, the winner Fiat-Ansaldo A.S.1, the Breda Ba.15, the CAB C.4, the CANT 26, the Caproni Ca.100, the IMAM Ro.5, the Macchi M.70, the Magni Vittoria and the Piaggio P.9. The project of the FL-3 is due to the will of Francis Lombardi who founded his company with some friends and entrusted to the engineers Cesare Mosso, Ugo Graneri and Pieraldo Mortara.
During the Second World War it was also used from the Luftwaffe supplied by requisitioning more than a hundred examples for its flight schools. The example preserved in Valdera adopted the livery of the Croatian Zrakoplovstvo NDH (Zrakoplovstvo Nezavisne Države Hrvatske ) no less than the Independent State Air Force of Croatia and an integral part of the Croatian Armed Forces since the fall of the Kingdom of Yugoslavia at the end of the Second World War, when most of the Croatian forces were sent to the Eastern Front under the Croatian name Hrvatska zrakoplovna legija. This Air Force became active in April 1941 and consisted of a fighter squadron equipped with Messerschmitt Bf 109 and a squadron of Dornier Do 17 bombers. At the end of the war all aircraft captured by the ZNDH were incorporated by the Yugoslav People’s Army Air Force.
Another stage of the day after the wonders of Valdera, was the airfield Pratello in Peccioli (PI) home of the Vintage Aeroplane Company a wonderful "refuge" for real air jewels located in a beautiful setting of greenery in the Tuscan countryside and managed by the French-American couple Marie and Jon Roth, fans of historic aircraft that have combined the love for old aircraft to the business of restoration, maintenance and sale. Their first aircraft was a 1939 Staggerwing Beechcraft 17 now under restoration, with which they traveled to the United States and across Europe with their children.
Among the wonders in the hangar at Pratello appear immediately at the opening of the large doors, two beautiful biplanes Boeing Stearman, and then an incredible subject, very rare in Europe and unique in Italy: a biplane Waco UIC Standard Cabin (name to differentiate it from biplanes with open cabin) of 1933 coded NC13408 purchased in the spring of 2012. This American "business plane" has a real war history behind it, having been involved in the Japanese attack on the American fleet at Pearl Harbor in the Hawaii Islands. That December 7, 1941 was one of eight civilian aircraft in flight in the early hours of the morning and was flown over by "Zero" aircraft of the aircraft carrier Akagi of the Dai-Nippon Teikoku Kaigun or Imperial Japanese Navy.
According to the Pearl Harbor Historical Association, this Waco, as mentioned, was flying with other aircraft when they were attacked by two enemy aircraft at an altitude of 6,000 feet. A plane was shot down as the Waco "escaped the attack and landed at John Rogers Airport (now Honolulu International).
After accidentally entering the story, the plane was written off on December 8, 1941 with only 9 hours and 35 minutes of flight and then fall into oblivion. Purchased by the Aviation Flying Museum Inc. it is usually based in Malmo, Sweden, but moved in the spring 2013 in the Italian "summer residence" to complete the restoration of the interior and cabin and bring them back to the original configuration of the 1930s.
The WACO UIC Standard Cabin is a product of the Waco Aircraft Company, an American aviation company based in Troy, Miami County, Ohio, operating from 1919 to 1947, with a brief and unsuccessful attempt at a rebirth in the 1960s. The company was born as the Weaver Aircraft Company of Ohio (WACO) after its main founder, but the acronym did not refer to the city of Waco in Texas, but to the Waco Field airfield in Troy, near which the factory was established. After Weaver left the company, it was briefly called the Advance Aircraft Company, but the WACO was in use, so around 1928 the company was renamed the Waco Aircraft Company.
Next to the Waco another rare piece, and personal plane of Ms Marie; a beautiful Aeronca 7AC Champion, a single-engine tandem training aircraft dubbed "Champ" entered production in the United States in 1945 and equipped with a Continental A-65-8 engine of 65 hp (48 kW).
Travelling in the past and being able to admire, touch, almost with devotion these planes concluded my Tuscan tour in the best way with the promise to Jon Roth to return soon to his paradise. I also want to thank my friend Daniele, owner of FL.3, for his availability and courtesy as well as all the drivers present who welcomed me immediately as an old friend.

I want to infinitely thank my friend Daniele, owner of FL.3, for his availability and courtesy as well as all the pilots present who welcomed me as an old friend.
Images and text by Claudio Toselli
August 2013