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Tra gli amori giovanili ce n’è uno speciale: il 9° Stormo, trascorrevo intere giornate al di fuori della rete di recinzione quando a decollare erano gli F 86, poi arrivarono i “104”. L’amore nasce una mattinata di un 4 novembre… poco oltre la metà degli anni ’70. La sede del 9° Stormo è aperta al pubblico ed io, tra i visitatori, non potendo utilizzare la macchina fotografica (proibita…), mi metto a fare uno schizzo del seggiolino del “104” per usi modellistici. Qualcuno mi batte un colpetto alle spalle e mi chiede che cosa sto facendo e perché. E’ un Capitano dell’Aeronautica Militare che comincia a farmi un “terzo grado”… ma pian piano mi da il “tu” e mi dice che è un pilota del 10°Gruppo, che progetta e costruisce modelli volanti radiocomandati, aquiloni ecc., anche velista e paracadutista. Appassionato di fotografia, meteorologia e astronomia, si è autocostruito un telescopio abbastanza potente da poter osservare gli spostamenti giornalieri dei satelliti di Giove e quelli decennali degli anelli di Saturno. Nasce così la lunga amicizia con il Cap. Bruno Miotto, ben noto per essere il più basso pilota di “104” dell’AM, con il T 6 vola con un cuscino aggiuntivo, con l’avvento del seggiolino Martin Baker al posto dell’americano C-2 allungavo udite, udite! la pedaliera di una tacca. Un bel giorno gli chiedo se c’è la possibilità di fare un volo sul T 33A dello Stormo (era l’unico velivolo biposto in servizio nella Base). Per niente meravigliato, mi fornisce tutte le indicazioni per iniziare una procedura di richiesta ufficiale allo Stato Maggiore, la cui risposta è veloce e… positiva, vincolando il volo alle visite mediche e alle prove attitudinali. Presso l’aeroporto di Capodichino c’era l’Istituto di Medicina Legale dell’Aeronautica. Tre giorni di esami, mi abilitano al volo in jet come passeggero e… resto in attesa di una favorevole “finestra” per effettuare il volo senza interferire con le normali attività addestrative dello Stormo. Una telefonata mi avverte della data del volo. La sera precedente l’evento passa praticamente insonne e di prima mattina sono in base. Assisto al briefing dei “Cacciatori di Stelle” che vanno poi alla vestizione e poi tocca a me ascoltare tutte le meticolose informazioni che mi vengono elargite sul volo, sulla sicurezza, sulle procedure d’emergenza.. passo ad indossare la tuta di volo, mi assegnano un casco e con Bruno, sarà lui il mio Comandante, ci avviciniamo alla piazzola dove ci aspetta il T 33 “9-32”, già approntato per il volo dagli specialisti. Accompagno Bruno nel giro di ispezione del velivolo, monto in scaletta sul posto posteriore ed uno specialista mi assicura al seggiolino, praticamente “incollato” al velivolo, con le sole braccia e gambe libere, mi viene passata la mia fedele Olympus, con tutte le raccomandazione di tenerla ben impugnata.. sale anche il Comandate: stessa procedura. Alla fine indossa il casco, mi invita a fare lo stesso, mascherina sul viso e da quel momento ci si parla per interfono, “il carrellino esterno fa arrivare la corrente elettrica a bordo. Tutto ok? Bruno attua la messa in moto del turbo: reattore J 33 a compressore centrifugo mettendo l’interruttore su START. Il motorino elettrico fa girare il compressore, i giri salgono e il carburante inizia ad affluire nelle camere di combustione. Lo strumento che indica la temperatura dei gas di scarico mi dice che è avvenuta l’accensione. Al 35% di giri Bruno mette la manetta su IDLE (minimo), ora siamo autonomi, via il carrellino esterno, iniziamo i controlli di cabina. Si mette in funzione l’inverter, si passano su ON gli interruttori del TACAN, l’IFF, la Radio. Il primo controllo è per l’amperometro. Lo specialista a terra fa cenno di alzare i flap (erano a 45°) per poi portarli a 30°, la posizione di decollo. La pressione idraulica comincia a scendere per poi risalire a 100psi. Si inserisce la pompa del carburante del serbatoio in fusoliera, si accende l’ADF, il pitot, il sistema antighiaccio, l’anticollisione. Tutta la check list viene meticolosamente rispettata passo dopo passo ed incomincio ad avere seri dubbi di ricordare tutte le raccomandazioni che mi erano state fatte. Gli specialisti tolgono le spine di sicurezza, e Bruno chiama la Torre di Controllo…:” Valle 32 chiede l’autorizzazione al decollo come da piano di volo”… ”Valle 32”, autorizzato al rullaggio per pista 24, QNH 1015, calma di vento, stop orario 12 …”. La voce di Bruno mi romba nell’auricolare “Libero!”: è il comando per togliere le mani dalle guide del tettuccio e dopo pochi secondo “clack” “clack” il tettuccio è chiuso e nello stesso tempo ho la certezza di aver dimenticato tutto! Mi affido all’esperienza del Comandante e… alla benevolenza di Qualcuno più in Alto. Il motore sibila, vengono tolti i “tacchi” dalle ruote, colpo di motore all’80%, pompatina sui freni e si incomincia il rullaggio sul raccordo controllando che tutti gli strumenti abbiano i corretti parametri. Si controlla anche il movimento delle superfici di controllo, l’erogazione dell’ossigeno, il virosbandometro (pallina-paletta…). Nessun luce rossa è accesa, si controllano la funzionalità delle tips alari, ci si allinea sulla pista, si supera con un piccolo sussulto la barriera di arresto, freniamo, controllo della bussola… in cuffia arriva “Valle 32, autorizzato al decollo”. La manetta viene progressivamente portata prima all’85% e poi al 100%....la pressione è sui 150 psi, il manometro dell’olio segna 35 psi, la temperatura è sui 650°C e acquisiamo velocità: a 90-100 nodi si alza il ruotino qualche attimo dopo anche il carrello principale perde la presa col terreno e rientra nei portelloni…,a 130 nodi rientrano anche i flap…..siamo in volo. Virata a destra e ci dirigiamo, in salita, presso la zona operativa che ci è stata assegnata, sul Matese. Bruno mi invita ad “assaggiare” la cloche e mi sorprende la piccola ampiezza dei movimenti e la durezza della pedaliera: mi rendo conto di “pilotare” uno “Shooting Star”. Raggiungiamo i 15mila piedi e Bruno mi dice di alzare la testa….. sopra di noi si sono materializzati quattro “104” in formazione a rombo. Tanto vicini da non entrare nel mirino fotografico. Loro con una tacca di flap… e noi alla massima della potenza per stargli dietro. Ci spostiamo di lato, in ala destra, allo stesso livello e la formazione si trasforma a bastone …una inquadratura che vale tutto il volo! I piloti erano Nizzi, Lotito e Bartolotti e Polini. I cacciatori di Stelle si dividono in coppia e spariscono alla nostra sinistra.. La foto fu poi donata allo Stormo che per ani l’ha utilizzata come gadget peri visitatori VIP. La nostra “Stella Filante” è sola nel cielo e Bruno si raccomanda di tener ben salda la macchina fotografica…. faremo qualche figura acrobatica. Iniziamo con un rollio lento sull’asse longitudinale, un paio di “tonneaux” cui seguono tre looping, il primo dei quali mi trova impreparato. Muso in giù, più giù, più giù, motore al minimo e poi comincia la richiamata che mi schiaccia sul sedile, con la testa reclinata e non riesco ad alzare, la macchina fotografica che pesa come non mai. Si comincia a salire, il motore ci aiuta, i “g” diminuiscono (scoprirò di averne incassati 5..) e al vertice, con la testa all’ingiù, la piacevole sensazione dell’assenza di gravità. E’ ora di rientrare, prua a 270° e pochi minuti dopo siamo sul mare di Terracina. Bassissimi sul mare, non più di una cinquantina di metri, vedo dei punti neri sfrecciare su di un mare speculare… realizzo che sono barche da pesca. Arriviamo a Gaeta ancora bassi e cominciamo a portarci sui 2.500 piedi e a 280 nodi, al traverso di Baia Domizia iniziamo l’avvicinamento a Grazzanise: atterreremo per la “06”. Motore all’83%, scendiamo a 2000 piedi, siamo sul finale, motore al 60%, inclinati di 60°, aerofreni fuori (che rumore e quante vibrazioni!), comincia a suonare un allarme e contemporaneamente si accende la luce rossa che avverte che il carrello è retratto…, 180° di virata, siamo a 190 nodi…, giù il carrello e gli ipersostentatori, controllo freni, virata finale di allineamento, la velocità è a 140 nodi…… 120……….115 e siamo sulla pista…a 105 si toglie motore e quasi in silenzio tocchiamo terra: la mia avventura è finita…un’esperienza che mi rimarrà per sempre impressa nella memoria, tanto da permettermi di raccontarla 40 anni dopo. Come se fosse ieri Sul “Valle 32” farò un altro volo, ma con il comandate di Gruppo, l’allora Colonnello Sgrosso, poco prima del ritiro dal volo del T 33… verranno poi i Macchi 326 ed il 339….., altri voli …altre esperienze ma il primo amore non si scorda mai! |
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Foto e testo di Carlo Armando Gaetano Tripodi
Luglio 1977
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English translation by Dario Cocco
Experiences of the last century..........
Among my youth loves there is a special one: the 9th Stormo, I spent whole days outside the fence when the F 86 used to take off, then came the "104". Love was born one 4th of November morning... little more than half way through the '70s. The headquarters of the 9th Stormo is open to the public and I, among the visitors, unable to use the camera (forbidden...), I'm going to make a sketch of the seat of the "104" for use in scale modelling. Someone taps me a nudge from behind asking me what I'm doing and why. He is an Air Force captain who begins to make me a "third degree"... but slowly gets me the "you" and tells me he is a pilot of 10th Squadron, who builds static and flying models, kites, observes stars, is passionate about meteorology and likes to eat often "saute" of frogs captured in the drainage channels inside and outside the base. Hence, the long friendship with the Capt. Bruno Miotto, well known for being the shortest AMI "104" pilot who, inevitably, was flying with an extra cushion... One day I asked him if there was a possibility of making a flight on one of the Wing T-33A (the only two-seater aircraft in service at the Base). Not at all surprised, he provided all the information for initiating a formal request to the General Staff, whose response was fast and... positive, holding back the flight to medical examinations and aptitude tests. The Air Force Institute of Legal Medicine was at Capodichino Airport. Three days of exams enable me to fly as a passenger jet... and I look forward to a favorable "window" for the flight without interfering with the normal training activities of the Wing. A phone call warns me about the date of the flight. The night before the event passes virtually sleepless and very early the next morning I am at the Base. I attend the briefing of the "Starfighters" which then go to the dressing and then it's up to me to hear all the meticulous details that I shall be paid on flight safety, emergency procedures... how to wear a flight suit, I have been assigned a helmet and with Bruno, he will be my Commander, we get closer to the apron where T 33 "9-32", already prepared for flight by the specialists, is waiting for us. I accompany Bruno for the aircraft walk-around inspection, I mount the ladder in the rear seat and a specialist assures me to the seat, practically "glued" to the airplane, with only the arms and legs free to move, he passes me my trusty Olympus, with all the recommendations to keep it well restrained... Captain also boards, same procedure for him. At the end wears a helmet, inviting me to do the same, the face mask and then we talk intercom. He operates the inverter, the switches will go ON the TACAM, the IFF, the Radio. The first check is for the ammeter. The ground specialist invites to lift the flaps (they were at 45°) and then take them to 30°, the take-off position. The hydraulic pressure starts to go down and then up to 100psi. It injects the fuel pump in the fuselage tank, turn on the ADF, the pitot, the anti-ice system, the anti-collision. All the check list is meticulously respected step by step and I begin to have serious doubts to remember all the recommendations had been made. Specialist removes the safety pins, and Bruno calls the control tower... "Valle 32 asks permission to take off according to the flight plan" ... "Valle 32", authorized to taxi to runway 24, QNH 1015, wind calm, stop time 12... "Bruno's voice thunders in the earphones to me "Free!" is the command to remove your hands from the rails of the canopy and after a few seconds "clack" "clack" the canopy is closed and at the same time I am sure to have forgotten everything! I rely on the experience of the Captain and... the benevolence of someone higher up. The engine whistles, chocks are removed from the wheels, engine shot to 80%, little pump to the brakes and we start moving along the taxiway making sure that all the gauges have the correct parameters. The movement of the control surfaces, the supply of oxygen, the Turn Coordinator (ball-pallet...) are also checked. No red light is on, the functionality of the wing tips is checked, we line-up on the active, past a small leap over the stop-barrier, we hit brakes, check the compass... come on headphones "Valle 32, cleared for takeoff." The throttle is progressively brought first to 85% and then to 100%... the pressure is about 150 psi, the oil pressure gauge marks 35 psi, the temperature is about 650° C and we gain speed at 90-100 knots lifts the nose-wheel a few moments after the main gear also loses his grip with Earth and retracts into the well..., at 130 knots flaps come-up... we are airborne! Turn right and head, climbing, to the operational area that has been assigned, on the Matese. Bruno invites me to "taste" the stick and I'm surprised by the small amplitude of movement and hardness of the pedals: I am aware of "piloting" a "Shooting Star". We reach 15 thousand feet and Bruno tells me to lift my head... Above 4 "104" in a diamond formation have materialized. Close enough not to enter the viewfinder of my camera. They with a notch of flaps... and we at maximum power to keep up. We move to the side, right wing, at the same level and formation changes to stick... a shot that is worth the flight! The pilots were Nizzi, Lotito and Bartolotti - the fourth name I do not remember...). Starfighters divide in pairs and disappear from our left... That photo was later donated to the Wing, which for years used it as a gadget for VIP visitors. Our "Shooting Star" is alone in the sky and Bruno recommends me to firmly hold the camera... we'll perform some aerobatics figures. We begin with a slow roll along the longitudinal axis, a pair of "tonneaux" followed by three loops, the first of which finds me unprepared. Nose down. More down, down, power off and then starts the callback crushing me on the seat, my head bowed and I cannot get up the camera that weighs more than ever. We start to climb, the engine helps us, the "g" decreasing (find out to have received 5...) and at the top, with head down, the cool sensation of weightlessness. It's time to go back, heading 270° and a few minutes later we are above the sea of Terracina. Very low over the sea, not more than 150 feet, I see some black dots darting below us on a mirror sea... I realize they’re fishing boats. We arrive at Gaeta still low and we begin to climb to 2500 feet and at 280 knots on a beam to Baia Domizia we begin our approach to Grazzanise: we land on "06". Engine at 83%, descend to 2000 feet, we are on finals, engine at 60% with a banking of 60 °, speed brakes out (what a noise and vibration!), a horn begins to sound and simultaneously turns on the red light that warns the gear is retracted..., a 180 ° turn, we are at 190 knots... gear and flaps down, brake check, turn to the final alignment, the speed is 140 knots... 120... 115... and we are on the runway, at 105 engine cut and we almost touch down in silence: my adventure is over... an experience that will forever remain etched in my memory, enough to allow me to tell 40 years later as if it was yesterday. On "Valle 32" I’ll make another flight, but with the Group Commander, the then Colonel Sgrosso, shortly before retiring the T-33 from flying... then will come Macchi 326 and 339, other flights, other experiences... but first love is never forgotten!
Images and text by Carlo Armando Gaetano Tripodi
July 1977
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