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Storia della Sezione Aerea di Venegono
Nel 1958, a seguito dell’entrata in servizio di un nuovo elicottero, l’Agusta-Bell AB 47J, naturale sostituto del meno potente AB 47G e con una cabina che permetteva il trasporto di eventuali passeggeri, viene costituita la prima Sezione Elicotteri “da montagna”. Le prime operazioni della neo costituita Sezione vengono svolte dall’idroscalo di Como, mentre nel volgere di pochi mesi avviene il trasferimento sull’eliporto realizzato a Intimiano (Como). Inizialmente l’AB 47J “Jota” viene impiegato solo come vettore delle pattuglie di finanzieri, che dopo essere state lasciate lungo il confine, operano autonomamente secondo le tradizionali modalità di intervento. In seguito vengono sviluppate nuove tattiche che prevedono l’intervento diretto dell’elicottero nei confronti degli “spalloni” (tradizionali figure del contrabbando montano), che delle autovetture sorprese durante le fasi di carico.
Nel 1972 la Sezione Aerea di Intimiano viene trasferita sull’aeroporto di Calcinate del Pesce in provincia di Varese, divenendo così la Sezione Aerea di Varese.
Nel gennaio del 1975 gli AB 47J vengono sostituiti con i nuovi Breda-Nardi NH 500M, mentre nel 1982 la Sezione Aerea viene chiusa. Alcuni anni dopo, 14 luglio del 1988, viene riattivata come Sezione Aerea di Como, la nuova location è sull’aeroporto di Venegono Inferiore (Varese), in uno dei capannoni storici dell’Aermacchi, struttura che per molti anni è stata la sede della scuola dedicata ad Ermanno Mantelli. Un altro passaggio importante avviene il 3 febbraio del 1997 quando si ritorna alla denominazione attuale, Sezione Aerea di Venegono.
Il presente si formalizza nel 2002 quando la Sezione si trasferisce nella nuova struttura posta a nord del sedime aeroportuale, in territorio di Venegono Superiore, e completamente autonoma dal campo di aviazione gestito da Aermacchi e dal locale Aero Club.
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L’attuale Sezione Aerea di Venegono
La Sezione Aerea dipende dal Reparto Operativo Aeronavale di Como e quindi inserita nella componente regionale del comparto Aeronavale.
L’attuale struttura di Venegono è comandata da un Ufficiale Pilota che si avvale di un organico composto da circa 30 militari, suddivisi da un Nucleo Operativo (piloti), da un Nucleo efficienza (specialisti aventi i compiti di tecnici manutentori e, durante le attività di volo, operatori al verricello di soccorso) e infine da una Squadra Comando (militari addetti agli uffici, vigilanza e controllo caserma).
La dotazione attuale di elicotteri consiste in due AB 412HP Codice B (versione montagna) e da un NH 500MD.
I compiti principali svolti dalla Sezione Aerea di Venegono si sintetizzano in:
+ Esplorazione aerea con finalità di:
-polizia economico – finanziaria
-polizia archeologica
+ Tutela dell'ambiente
+ Altri settori di polizia in genere
+ Sicurezza integrata sul territorio
+ Difesa
+ Trasporto pattuglie con lo scopo di:
-integrare il dispositivo di vigilanza nei punti di giunzione delle rispettive circoscrizioni dei reparti ordinari
-consentire al personale elitrasportato di intervenire nelle condizioni ottimali evitando l'affaticamento dovuto alla marcia di avvicinamento
+ Concorso ad operazioni di ricerca e soccorso, consistente nell'esecuzione di:
-missioni di ricerca e soccorso a favore di equipaggi e/o passeggeri di aeromobili militari e civili dispersi
-missioni di soccorso condotte a favore di persone in difficoltà o in pericolo di vita su terra
-missioni di soccorso lacuale condotte a favore di naufraghi o di personale imbarcato su mezzi navali in pericolo.
+ Addestramento finalizzato all'individuazione e consolidamento delle tecniche di operazione sull'uso dell'elicottero, svolte congiuntamente al personale delle Stazioni Alpine della Guardia di Finanza (SAGF Soccorso Alpino Guardia di Finanza) o in concorso con istituzioni civili prima tra tutte il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico.
+ Collegamenti finalizzati a stabilire e mantenere il contatto con unità o reparti isolati, nonché a facilitare l'azione ispettiva, assistenziale e di guida dei Comandanti di grado elevato.
+ Trasporti logistici con lo scopo di:
-rifornire reparti od unità isolati
-trasportare materiale per l'installazione e manutenzione di ponti radio in alta quota e non raggiungibili per via ordinaria
-recapitare beni di prima necessità a comunità isolate.
+ Servizi a richiesta in cui rientrano tutte le attività dispiegate dalla Guardia di Finanza a favore di altre Amministrazioni, anche a titolo oneroso per queste ultime.
Come si è sicuramente potuto notare manca la repressione del contrabbando e dei traffici illeciti, ruolo della Guardia di Finanza che per definizione viene indicato come la ragione di esistere del reparto al momento della sua costituzione e successiva crescita. Questa attività è praticamente ridotta quasi a zero a causa dei mutamenti geo-politici degli ultimi decenni, in particolare con la liberalizzazione messa in atto in Europa con il trattato di Schengen e con i successivi trattati di libera circolazione delle merci con la Svizzera.
In controtendenza invece, negli ultimi anni, le due Sezioni Aeree di Venegono e di Bolzano si sono ampiamente indirizzate ad effettuare molta della propria attività addestrativa e operativa con il soccorso in montagna, ed è proprio su questo tema che andremo a focalizzare il resto del report.
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Soccorso Alpino Guardia di Finanza – SAGF
Il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza è stato costituito il 3 marzo del 1965 a Predazzo (Trento) presso la storica Scuola Alpina.
La Guardia di Finanza, tramite il personale delle Stazioni SAGF distribuite sull’intero territorio nazionale montano contribuisce alla sicurezza pubblica con interventi di soccorso, protezione civile e attività di polizia giudiziaria.
Delle 26 stazioni presenti in Italia, 22 sono dislocate a nord sull’arco alpino, due sono poste nella zona centrale della penisola, Roccaraso e L’Aquila, e due al sud, in Sicilia a Nicolosi (Catania) e in Calabria a Cosenza
Le Stazioni del SAGF sono articolate in sede di Reparto isolato oppure in sede di altro Reparto, sovraordinato o equiparato.
I compiti istituzionali assegnati secondo il Decreto Ministeriale (ex Ministero delle Finanze) del 20 aprile 1993 sono lo strumento a disposizione del Corpo destinato ad assolvere prioritariamente le attività di salvaguardia della vita umana e di pronto intervento operativo da svolgere in zone di media ed alta montagna, caratterizzata da terreni rocciosi, come pareti e forre, ghiacciati e/o innevati e ipogei.
Nel dettaglio i compiti si sintetizzano in:
-Soccorso di infortunati e/o persone in pericolo.
-Espletamento di turni di servizio di pronto intervento presso le basi di elisoccorso.
-Ricerca di persone disperse.
-Recupero di salme.
-Vigilanza e soccorso su comprensori sciistici.
-Intervento in caso di calamità.
-Cooperazione con altri organismi di soccorso alpino e di protezione civile.
-Collaborazione con enti preposti allo studio e alla prevenzione del fenomeno delle valanghe.
-Collaborazione in tema di eventi agonistici correlati alle discipline sportive praticabili in aree montane.
-Concorso al Controllo Economico del Territorio (CE.te)
I militari del SAGF sono a tutti gli effetti degli ufficiali di Polizia Giudiziaria, le qualifiche e le attribuzioni assegnate al personale costituisce il carattere distintivo rispetto agli altri operatori del soccorso, consentendo alle Stazioni SAGF di rappresentare un punto di riferimento per l’Autorità giudiziaria per i profili di rilevanza penale connessi, in particolare, alla scomparsa o al decesso di una persona in ambiente montano.
L’addestramento del personale adibito al soccorso deve essere costante e deve mantenere l’efficienza operativa necessaria, in particolare vengono svolte le seguenti attività:
-Alpinismo invernale, su ghiaccio, su roccia e su misto.
-Scialpinismo.
-Soccorso in valanga
-Escursionismo in medio/alta montagna.
-Sci in pista e fuori pista (aree sciabili gestite e non gestite).
-Autosoccorso nei diversi contesti.
-Soccorso organizzato per l’evacuazione di impianti a fune.
-Soccorso sanitario extra-ospedaliero.
-Nivologia e meteorologia, rilievi sul campo con servizio regionale A.I.NE.VA (Associazione delle Regioni e Province autonome dell'arco alpino italiano).
-Addestramento con unità cinofile.
-Addestramento con mezzi aerei.
Quest’ultima voce è il filo conduttore che lega il SAGF al Servizio Aereo della Guardia di Finanza, il mezzo aereo, in particolare l’elicottero, è praticamente indispensabile per effettuare la ricerca e il soccorso in montagna, specialmente se in zone impervie e non raggiungibili con mezzi terrestri, unitamente alla rapidità di intervento e alla capacità di trasporto rendono l’elicottero un ausilio molto valido.
L’utilizzo dell’elicottero da parte del personale del SAGF è possibile solo dopo aver effettuato un addestramento specifico, in particolare per l’utilizzo del verricello, ragion per cui vengono svolte delle attività congiunte su base trimestrale che garantiscono un utilizzo dei sistemi con la massima sicurezza.
La Sezione Aerea di Venegono garantisce il supporto addestrativo e operativo a dieci stazioni del SAGF poste nella zona nord-occidentale e in parte di quella centrale, comprendendo la Valle d’Aosta, il Piemonte e parte della Lombardia, le Stazioni sono dislocate a: Cuneo, Bardonecchia, Entreves, Cervinia, Riva Valdobbia, Domodossola, Madesimo, Sondrio, Bormio, Edolo.
L’attività addestrativa in cui sono stato inserito a visto la partecipazione del personale dislocato ad Edolo.
Oltre all’ausilio dell’elicottero i soccorritori del SAGF si avvalgono di sistemi elettronici di rilevamento dei dispersi in valanga, uno è l’ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga), lo strumento è sostanzialmente una ricetrasmittente di segnale (priva di funzioni vocali) a corto raggio, che funziona sulla frequenza di 457kHz, lo strumento è attivabile in modalità trasmissione o ricezione. Viene indossato dall’utilizzatore in modalità trasmissione, mentre per la ricerca viene commutato dai soccorritori in ricevente.
Un altro sistema di ricerca è il RECCO, questo sistema è composto da due parti, un riflettore inserito dentro i vestiti, oppure negli scarponi o nel casco, e un rilevatore utilizzato dalle squadre di soccorso.
Il riflettore è una piccola capsula che contiene un paio di antenne a foglio collegate da un diodo, le dimensioni delle antenne formano un circuito che risuona ad una specifica frequenza, il riflettore è passivo e quindi non ha bisogno di batterie, per funzionare al meglio devono essere collocati due riflettori sul proprio corpo, per esempio in ambedue gli scarponi, o nelle due maniche della tuta da sci.
Il rilevatore è un trasmettitore/rilevatore che emette un segnale direzionale da un antenna, se il segnale colpisce il riflettore viene ritrasmesso verso il rilevatore stesso, il segnale che ritorna al rilevatore viene convertito in un impulso audio il cui volume è proporzionale all’intensità del segnale ricevuto.
Il segnale del RECCO è in grado di passare facilmente attraverso aria, neve asciutta e ghiaccio, l’acqua o la neve bagnata invece assorbono il segnale vanificando la ricezione.
Altri sistemi ancora più accurati sono in fase di valutazione, in particolare di rilevamento dei telefoni cellulari tramite un antenna posta direttamente sugli elicotteri.
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Pilota profilo “montagna”

Al fine di essere prontamente impiegabile in missioni di soccorso il pilota appartenente ad una Sezione Aerea di montagna deve seguire un iter formativo che inizia con l’acquisizione delle competenze basiche e passo dopo passo implementare i propri skill (abilità). Conclusa l’attività addestrativa presso gli istituti di formazione del Corpo, i militari che vogliono diventare piloti di elicottero, dopo aver superato l’iter selettivo compreso di idoneità medica, frequentano un corso di pilotaggio presso il 72° Stormo dell’Aeronautica Militare di Frosinone al termine del quale viene rilasciato il Brevetto Militare di Pilota d’Elicottero (BMPE). Tale corso è distinto in due fasi, una teorica e, a seguire, una pratica suddivisa a sua volta in diversi blocchi addestrativi. Acquisito il Brevetto rilasciato dall’Aeronautica Militare il neo pilota viene inviato presso il Centro di Aviazione della Guardia di Finanza di Pratica di Mare ove frequenta il corso di abilitazione al pilotaggio sulla macchina con la quale opererà una volta giunto presso il Reparto di volo di assegnazione. L’abilitazione al pilotaggio prevede anch’essa una fase teorica ed una pratica seguita da un esame per il rilascio abilitazione a cura di un esaminatore di AM. Terminata l’abilitazione il pilota frequenta il corso di capacità operativa per la macchina sulla quale è stato abilitato. Il corso di capacità operativa è distinto in due profili, mare e montagna. Per lo specifico profilo montagna sono previste due diverse fasi, una basica ed una avanzata. Il corso di capacità operativa si articola in circa trenta missioni di volo compreso l’esame finale. Nel modulo di capacità operativa avanzata il pilota viene abilitato al verricello di soccorso con missioni che crescono via via di complessità e difficoltà al fine di consentire lo svolgimento in piena sicurezza delle operazioni ad alta quota con impiego del verricello di soccorso simulando anche condizioni di elevato stress per il pilota. L’operazione al verricello in generale viene effettuata in un regime di volo in cui l’elicottero viene impiegato con alta potenza ma ovviamente, nessuna velocità relativa, il che comporta una notevole sollecitazione dei motori che potrebbero superare i limiti massimi, nonché della struttura come la trasmissione. Si consideri infine che tale condizione può costituire un serio potenziale pericolo in caso di insorgere di una qualsiasi avaria il che richiede una elevata attenzione da parte dei piloti che devono lavorare in strettissima sinergia assicurando il più elevato Crew Resource Managenemt (CRM) possibile fra pilota, copilota ed operatore al verricello.

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Addetto al verricello

Il ruolo del “verricellista” è fondamentale in una attività di soccorso qualora l’elicottero non potesse atterrare a causa di ostacoli presenti sul terreno, se poi ragioniamo in termini di soccorsi in montagna o addirittura di recupero in “parete” senza l’ausilio del verricello risulterebbe impossibile recuperare il malcapitato.
L’addetto al verricello è un componente a pieno titolo dell’equipaggio di volo, ma non solo, in quanto è anche specialista addetto alla manutenzione degli elicotteri.
Per capire meglio questo particolare ruolo ci facciamo spiegare da Gianluca come si addestrano e come lavorano.
L’iter formativo dell’Operatore al Verricello di Soccorso o più brevemente del “verricellista” in Guardia di Finanza prevedeva una parte teorica e una serie di missioni a difficoltà crescenti fino ad arrivare alle gestioni delle emergenze legate direttamente al verricello e emergenze dipendenti da avarie di vario genere.
Attualmente sono necessarie sei missioni con peso (comprese le risoluzioni emergenze), un esame e successivamente sette missioni con Aerosoccorritore/Operatore di Elisoccorso/Cinofilo Operatore di Elisoccorso.
Nello specifico in montagna si richiede una particolare precisione nelle indicazioni per arrivare sull’obbiettivo, un’elevata attenzione nella separazione e gestione degli ostacoli ed una valutazione dell’orografia del terreno per valutare la migliore posizione in cui effettuare l’operazione per limitare gli effetti di venti e flussi rotorici. In parole povere è necessaria una ottima ”CRM” (Crew Resource Management) ovvero il continuo flusso di informazioni che si viene a creare tra i componenti dell’equipaggio in queste situazioni. L’Operatore al Verricello durante le operazioni comunica con l’equipaggio per descrivere le fasi di salita/discesa senza mai dimenticare gli ostacoli più o meno vicini trasmettendo tranquillità ed acquisendo reciproca fiducia.
Tra le cose più impegnative in montagna ci sono gli stacchi da parete e lo stacco da parete con barella. Quest’ultima richiede estrema coordinazione con il personale Aerosoccorritore/SAGF (Soccorso Alpino Guardia di Finanza) per evitare rotazioni eccessivamente fastidiose ed in alcuni casi pericolose per la persona soccorsa, con sistemi anti rotazione sia a vela che con corda.
E’ pertanto l’attività che richiede più attenzione perché si ha la vita delle persone appese ad un “filo”(anche se naturalmente avviene tutto in estrema sicurezza visto il peso massimo applicabile al gancio di 600 lbs / 272 kg). Il dato che meglio fa comprendere quanto descritto è quello riportato dalla Matrice di Controllo (serie di parametri da inserire in apposito modulo da cui scaturisce un numero che rappresenta un indice di rischio), che rimane identico sia in fase di addestramento che in operazioni reali.
Le operazioni brevemente descritte richiedono continuo addestramento che viene svolto quotidianamente durante tutto l’anno in collaborazione con il personale SAGF distribuito su tutto l’arco alpino ed appenninico compreso anche il vulcano Etna in Sicilia.
L’Operatore al Verricello in Guardia di Finanza è anche (o soprattutto) Specialista di Elicottero/Manutentore di Aeromobile questo vuol dire che rappresenta una figura professionale completa chiamata a manutenere ovvero mantenere efficiente, il Sistema d’Arma che egli stesso utilizzerà.
Tra le attività più importanti eseguite dai Verricellisti/Manutentori della Sezione Aerea di Venegono si annovera; il rimontaggio completo dell’HH 412C a seguito di una importante manutenzione e la prima Ispezione 1.200 ore effettuata presso un Reparto di Volo della Guardia di Finanza, ciò ha permesso a questi uomini il soccorso di un infortunato in zona impervia appena quindici giorni dopo l’uscita dell’elicottero dall’ispezione delle 1.200 ore, dopo circa un anno di lavoro.
Questo episodio ha ripagato, più di tutto, questi specialisti impegnati nel gravoso percorso manutentivo affrontato.

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Aerosoccorritore

In Guardia di Finanza il ruolo dell’aerosoccorritore (ARS) non è molto sviluppato, attualmente sono solamente sette gli operatori qualificati, di cui sei sono dislocati presso il Centro di Aviazione di Pratica di Mare; uno è di stanza presso la Sezione Aerea di Varese. La specializzazione di Aerosoccorritore in Guardia di Finanza è di recente costituzione; il Nucleo aerosoccorritore è stato infatti istituito nel 2007 mentre il 1° corso svolto risale al 2006.
L’aerosoccorritore è la figura professionale che mette in atto tutte le procedure necessarie per fornire assistenza alle persone in imminente pericolo di vita e predisporne il successivo recupero, indistintamente sia sulla terraferma sia in acqua.
In sostanza è l’operatore che, nell’assolvimento delle missioni assegnate, mantiene la sua tipica unicità d’impiego che risiede nella capacità di condurre operazioni agendo in un quadro di autosufficienza operativa e logistica in ogni ambiente.
L’ARS ha anche dei compiti cosiddetti secondari che vanno dall’aiuto per la navigazione al supporto durante le ricerche visive.
L’addestramento degli ARS della Guardia di Finanza viene svolta presso i reparti dell’Aeronautica Militare, le capacità operative raggiunte sono perfettamente identiche anche se applicate in un differente contesto.
L’ARS Ruggero ora ci spiega alcuni dettagli della particolare attività svolta:
Il ruolo dell’aerosoccorritore è fondamentale in una attività di soccorso; infatti senza l’ausilio dello stesso risulterebbe impossibile recuperare il malcapitato. L’Aerosoccorritore della Guardia di Finanza è altresì abilitato/addestrato al recupero di feriti sia su terra che a bordo di imbarcazioni e di naufraghi dispersi in mare. L’aerosoccorritore, più comunemente chiamato ARS, è un componente a pieno titolo dell’equipaggio fisso di volo. L’iter formativo dell’aerosoccorritore in Guardia di Finanza è molto lungo e complesso. Inizia con il superamento di accurate visite mediche presso l’Istituto di Medicina AeroSpaziale (IMAS) dell’AM. Una volta ottenuta l’idoneità fisica si affrontano delle prove fisiche che fanno parte della selezione vera e propria. Le prove fisiche vengono effettuate in diversi contesti, sia in acqua che su terra, e devono essere superate tutte obbligatoriamente. Il corso come del resto le selezioni sono a cura del CAE del 15° Stormo dell’AM. La durata è di circa quattro mesi per quanto riguarda la parte acqua, roccia e sopravvivenza in zone impervie. Terminata questa fase si passa solitamente in pieno inverno ad un mese di attività addestrativa e di sopravvivenza in alta montagna in ambiente innevato. Superata anche questa fase il corso si conclude con l’effettuazione di dieci missioni di volo con relativa attività con verricello simulando tutti gli scenari operativi. Si inizia con il recupero mediante verricello su terra per terminare con il recupero da imbarcazione di notte senza tralasciare i recuperi in braga doppia e il recupero dell’infortunato mediante l’ausilio della barella verricellabile. Al termine delle dieci missioni si effettua l’esame finale che certifica la capacità operativa dell’aerosoccorritore sulla macchina. Nel mio caso prima ho conseguito la capacità operativa sull’HH 412 e in seguito sull’HH 139. L’attività al verricello sia essa addestrativa che reale, espone l’aerosoccorritore ad un rischio sempre alto e ad un notevole stress psicofisico. In queste circostanze deve essere riposta la massima fiducia nei confronti di tutti i membri dell’equipaggio perché in tali operazioni ognuno riveste un ruolo complementare ma fondamentale per il raggiungimento dell’obbiettivo comune. Non posso dire quale sia l’attività più impegnativa e rischiosa. Ogni ambiente nasconde dei pericoli e delle difficoltà che si possono trovare durante un soccorso in parete, durante il recupero di una barella e anche quando ci si trova a recuperare un naufrago in mezzo al mare. Per questo occorre avere delle conoscenze ad ampio raggio e continuare sempre a curare le proprie abilità e capacità. Di solito la giornata tipo ha inizio con un briefing mattutino di tutti i militari in servizio. Si resta poi in stand-by in attesa di eventuali chiamate per ricerche e soccorso. Durante la giornata svolgo attività sia di addestramento che di allenamento/mantenimento fisico. L’addestramento è fondamentale per essere sempre pronti ad affrontare le diverse situazioni che possono capitare durante l’attività di soccorso mentre il mantenimento fisico è fondamentale per poter avere un sempre ottimale livello di efficienza fisica. Essendo in servizio presso una Sezione Aerea di montagna, l’attività addestrativa si sviluppa principalmente in ambiente impervio con attività alpinistiche su roccia e neve. Molte attività addestrative vengono svolte con l’elicottero in modo che tutto l’equipaggio si addestri alle tecniche di recupero e alle manovre di imbarco e sbarco dall’elicottero sia mediante verricello che non. L’aerosoccorritore, oltre ad occuparsi del recupero dell’infortunato, durante le missioni di volo svolge anche un ruolo di autoprotezione per tutto l’equipaggio nel caso in cui dovesse verificarsi un atterraggio non pianificato in zona impervia. A tal proposito l’ARS ha tra i vari compiti anche quello di indottrinare il personale del Reparto di volo per quanto riguarda gli aspetti e le tecniche di sopravvivenza soprattutto in montagna. In questo anno di presenza a Venegono ho effettuato molte missioni di ricerca di dispersi ed una di soccorso reale durante la quale ho recuperato un anziano signore di nome Angelo disperso in montagna da circa tre giorni. Abbiamo anche svolto attività di contrasto alla produzione e commercializzazione di sostanze stupefacenti sequestrando a terra 70 kg di Marijuana abilmente nascosta all’interno di alcuni campi di mais. La soddisfazione è stata tanta, sono proprio questi episodi a ripagarti di tutto l’impegno ed i sacrifici che ogni giorno si fanno per essere sempre pronti. L’aerosoccorritore ha come simbolo il Jolly perché questa figura famosa nel gioco delle carte è quella che si utilizza quando si è in difficoltà e che vale qualsiasi punteggio. Per questo si dice che in caso di necessità “ci si gioca il Jolly”.

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Racconti di fatti reali

Un Angelo

Il primo giorno di agosto di una estate caldissima, una di quelle che noi quarantenni possiamo dire di aver vissuto dal 2003 ad oggi anche troppo spesso, il telefono squilla, è “domo”, per gli amici, Stazione del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Domodossola per tutti gli altri, c’è’ un disperso… caspita speriamo non sia in Val Grande, ne abbiamo trovati solo due vivi, erano due boyscout che avevano sbagliato valle e si erano persi, una notte fuori ed era andata bene … ma altre cinque dispersi no … ma sono altre storie. speriamo anche che non sia troppo in alto, con queste condizioni, hot and high con l’elicottero heavy non è il massimo trasportare squadre, ogni rotazione devi pregare non cambi il vento sennò per riattaccare non ce n’è!
Partiamo! L’appuntamento è ad uno dei tanti campi sportivi di fondo valle, come al solito con un bel pattern definito di cavi di vario diametro, oggetti che volano e steep approaches che al 412 non piacciono molto, ma se vuoi atterrare per lavorare in queste zone non hai “aeroporti”…
Le solite due chiacchiere di briefing per ascoltare le richieste del soccorso e dare le nostre regole di sicurezza e subito si parte: sbarchiamo tre, quattro squadre in altrettanti improbabili aeroporti in quota, tra rocce e spuntoni, loro cercheranno fino allo sfinimento perché è il secondo giorno che fanno su e giù dalla montagna per cercare quell’uomo anziano che li ha chiamati e che non riusciva a dirgli dov’era né tantomeno a scriverglielo perché lui non riesce, non può… non lo sa fare.
Atterriamo alla fine del trasporto e ci chiedono di effettuare una bonifica di alcuni alpeggi, in poche parole andare a vedere se la persona in difficoltà sia la dentro. Imbarchiamo tre soccorritori che sbarchiamo con il verricello, al termine dello sbarco del terzo arriva una chiamata radio “… sento delle urla potete venire qui a vedere se vedete qualcosa?…”, ci spostiamo sulla verticale lui ci dà una direzione con il braccio ma per via del rumore le urla spariscono, ci riallontaniamo e da lontano via radio ci conferma la direzione, guardiamo tutti la montagna … poi nell’interfonico “… eccoli li …” l’operatore al verricello, alias “si e’ sempre fatto” per gli amici, lo ha visto… così ci guida sulla sua verticale… ma come ha fatto a finire in un posto del genere?, il terrazzino è vicino ad uno strapiombo, non ci sono sentieri se voleva andare verso gli alpeggi rischiava un salto con un brutto atterraggio, quasi certamente l’ultimo, perché a 70 anni suonati il fisico non aiuta. “Ragazzi togliamolo da li”, gli facciamo dei gesti per fargli capire di stare fermo lì, di non muoversi che lo abbiamo visto, andiamo a recuperare gli altri per tirarlo su, lo preparano, lo recuperiamo con il verricello in “doppia”, con un imbrago che consente ad un tecnico di recuperare anche chi non è un alpinista e non ha il suo… attimi che paiono lunghissimi… è sull’elicottero, ha paura ma sorride, mentre stiamo per atterrare lo guardo in viso pallido, con la barba, ringrazia tutti e mentre se ne va sdraiato per pura precauzione su una barella continua a ringraziare tutti… penso… sembrava un angelo ed era anche il suo nome.

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Croce del Cavallo

La storia della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Varese, in sessanta anni di attività in ambiente montano, è ricca d’interventi di soccorso a favore d’infortunati, alcuni con esiti drammatici atri con esiti lieti. Tutti gli equipaggi di volo, che nel corso degli anni si sono avvicendati nello svolgimento delle numerose missioni di ricerca e soccorso, hanno avuto le loro storie e le loro esperienze di forte carattere emotivo, di quelle che lasciano il segno, eppure nessuno si sente un eroe, semmai fiero, nella consapevolezza e nell’accettazione del rischio, di aver salvato delle vite umane.
Ecco una delle tantissime “storie di ordinario soccorso”.
Era l’ennesima giornata di un agosto torrido e afoso in compagnia dell’anticiclone Polifemo. Le temperature calde al centro sud si alternavano con rovesci e temporali serali al nord, soprattutto sulle Alpi.
L’equipaggio d’allarme incominciava ad assaporare la fine del turno di allarme pomeridiano quando, alle ore 18.15 circa, giungeva una chiamata dal SAGF di Macugnaga (VB) per la ricerca di una donna di ventinove anni dispersa in località Croce del Cavallo, a circa 1.900 metri. La Croce del Cavallo è una modesta elevazione erbosa che si erge lungo lo spartiacque tra la Valle Anzasca e la Valle d´Antrona, in provincia di Verbania. L´itinerario montuoso, seppure non presenti difficoltà tecniche, si sviluppa per circa 16 km e solo il panorama spettacolare sul Pizzo d´Andolla e sulla Weissmass allieva la fatica dell’ascesa.
Dopo la salita a piedi sulla Croce del Cavallo, l’escursionista dispersa, si attardava e durante la discesa per il rientro a casa, anche a causa del peggioramento della visibilità per la pioggia, perdeva l’orientamento e, invece di seguire il sentiero, finiva accidentalmente all’interno di un ripido ed impervio canalone roccioso (forra) percorso da un copioso torrente d’acqua. Dopo diverse scivolate e cadute, la donna accortasi della gravità del caso, allertava col cellulare il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Macugnaga (VB).
L’intervento era serio al pari dell’urgenza pertanto l’equipaggio, valutate le informazioni ricevute, optava per l’impiego del miglior mezzo aereo da ricognizione, l’elicottero NH 500. Piccolo, veloce, maneggevole e versatile a tal punto da permettere di “razzolare” a bassa quota garantendo sempre un ottimo margine di sicurezza.
Alle ore 18.30 l’equipaggio decollava da Venegono e dirigeva sul luogo di ricerca ove giungeva alle ore 18.50; qui imbarcava il militare del SAGF di Macugnaga (VB) ed iniziava immediatamente la ricerca dell’escursionista dispersa.
Alle ore 19.00 la malcapitata veniva avvistata, all’interno di un canalone roccioso a circa 1.200 mt di quota, sopra una roccia a sbalzo. La zona appariva subito particolarmente impervia ed in pendenza, circondata anche da una fitta vegetazione e non permetteva all’equipaggio di atterrare per prestare immediatamente soccorso. Nelle vicinanze del punto di ritrovamento, nell’altro versante del canalone, veniva individuata una roccia a sbalzo, in leggera pendenza, che poteva servire da base di appoggio di un solo pattino dell’elicottero. La manovra era rischiosa ma il peggioramento delle condizioni meteorologiche ed il conseguente abbassamento della visibilità, non permettevano di abbandonare l’escursionista. Il tempo era poco, l’elisoccorso era impegnato in un altro intervento e l’equipaggio non poteva tornare a Venegono per cambiare il mezzo aereo e tornare con l’elicottero AB 412 munito di verricello di soccorso. Il pensiero dell’equipaggio andava alla donna, sicuramente bagnata, stremata, impaurita e infreddolita. Sarebbe sopravvissuta in quel ambiente ostile ad una notte in completa solitudine? Era tempo di agire.
Dopo un velocissimo scambio di opinioni all’interno dell’elicottero si procedeva dunque, in comune accordo, allo sbarco del militare del SAGF, appoggiando l’elicottero col solo pattino anteriore destro sulla roccia precedentemente individuata. In equilibrio precario si sbarcava il militare del SAGF che, una volta al suolo, con non poche difficoltà per via del terreno accidentato e inumidito dalla pioggia, guadava la forra e dirigeva verso l’escursionista per accertarsi delle sue condizioni di salute. Nel mentre, l’elicottero veniva portato dall’equipaggio nuovamente in volo in condizioni di sicurezza.
Il militare del SAGF raggiungeva la donna in evidente stato confusionale, quindi, accertatane l’incolumità fisica, l’accompagnava con cautela sulla roccia usata in precedenza per lo sbarco e richiedeva l’intervento dell’elicottero per il recupero. Con la stessa tecnica descritta in precedenza, l’equipaggio effettuava due sortite per recuperare singolarmente prima la donna e poi il militare del SAGF col successivo trasporto verso l’alpe Quaggiui (VB), campo base utilizzato dalle squadre di soccorso.
Scaricata la tensione e felici del risultato, il capo equipaggio chiedeva simpaticamente e senza cattiveria alla malcapitata, una volta tornata a casa, di farsi dare uno schiaffetto dal proprio padre. Dopo una bella risata rasserenante e i saluti di rito, si decollava nuovamente e si dirigeva verso Venegono ove si atterrava alle ore 19.50 per la fine di un duro e intenso intervento di soccorso fortunatamente finito benissimo.

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Soccorso al fotografo

Come ampiamente detto l’attività addestrativa è il fondamento per ottenere un buon risultato durante la missione assegnata, sfruttare ogni occasione per ripetere e testare le procedure di sicurezza non è mai tempo perso, anzi l’esatto contrario, quindi a volte si sfruttano quelle occasioni, magari pianificate poche decine di minuti prima, per fare un attività di recupero sfruttando quello che il momento specifico mette a disposizione, infatti sul finire della missione con il SAGF di Edolo si creano le condizioni ideali, c’è l’elicottero, c’è un equipaggio espertissimo, tra cui un aerosoccorritore, e soprattutto un soggetto (il sottoscritto) che potrebbe benissimo fare da “cavia” per un recupero al “volo”.
Dopo aver ascoltato attentamente le disposizioni dell’ARS su come comportarmi durante il recupero, vengo imbragato con un “pannolo” (imbragatura specifica per il recupero di persone in pericolo), una volta vincolato in “doppia” con il mio “angelo custode” arriva in pochi secondi sopra la nostra verticale l’elicottero AB 412 “Volpe 218”, a circa 40 piedi di altezza viene calato il verricello, in un attimo mi ritrovo appeso e con una dolce salita vedo avvicinarsi il pattino dell’elicottero, questi pochissimi minuti mi permettono di scattare alcune immagini da un insolita “posizione”, la salita è quasi impercettibile salvo una breve rotazione in prossimità dell’elicottero causato dal flusso del rotore, la salita a bordo del 412 tramite il portellone sancisce la fine dell’addestramento, una volta tornati sull’aeroporto di Venegono non nascondo all’equipaggio che ripeterei l’esperienza senza batter ciglio.

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L'autore desidera ringraziare il Ten.Col. Fineschi, il Ten. Cocchi Domenico, l'Appuntato Scelto Ruggero Di Lello e Barra Gianluca e tutto il personale della Sezione Aerea di Varese. 
Un particolare ringraziamento all'Ufficio Stampa del Comando Generale (Roma) e al personale del SAGF di Edolo
Foto e testo di Giorgio Ciarini 
Marzo 2018 

 

English translation

History of the Sezione Aerea (Air Section) of Venegono

Following the1958, a commissioning of a new helicopter, the Agusta-Bell AB 47J, a natural replacement for the less powerful AB 47G and with a cabin that allowed the transport of passengers, was formed the first "mountain" Sezione Elicotteri (Helicopter Section). The first operations of the newly constituted Sezione Aerea are carried out by the seaplane base of Como, while in a few months the transfer takes place on the heliport built in Intimiano (Como). Initially the AB 47J "Jota" is used only as a carrier of patrols of finanzieri (financiers), which after being left along the border, operate independently according to the traditional methods of intervention. Then new tactics are developed that involve the direct intervention of the helicopter against the "shoulders" (traditional figures of the mountain smuggling), that of the cars surprised during the loading phases.
In 1972 the Sezione Aerea of Intimiano was transferred to the airport of Calcinate del Pesce in the province of Varese, thus becoming the Sezione Aerea of Varese.
In January 1975 the AB 47J were replaced with the new Breda-Nardi NH 500M, while in 1982 the Sezione Aerea was closed. Some years later, July 14, 1988, is reactivated as Sezione Aerea of Como, the new location is on the airport of Venegono Inferiore (Varese), in one of the historic buildings of Aermacchi, structure that for many years was the home of the school dedicated to Ermanno Mantelli. Another important step took place on February 3, 1997 when the current name, Sezione Aerea di Venegono, was returned.
This is formalized in 2002 when the Sezione Aerea moved to the new structure located north of the airport, in the territory of Venegono Superiore, and completely autonomous from the airfield managed by Aermacchi and the local Aero Club.

The current Sezione Aerea of Venegono

The Sezione Aerea depends on the Reparto Operativo Aeronavale (ROAN or AeroNaval Operations Department) of Como and then included in the regional component of the Naval Aviation sector.
The current structure of Venegono is commanded by a Pilot Officer who makes use of a staff composed of about 30 military, divided by an Nucleo Operativo (Operational Nucleus) pilots, an Nucleo Efficienza (Engineering Nucleus) specialists with the duties of maintenance technicians and, during flight activities, rescue winch operators, and finally by a Squadra Comando (Command Team) military office workers, barracks surveillance and control.
The current helicopter equipment consists of two AB 412HP Code B (mountain version) and one NH 500MD.
The main tasks carried out by the Sezione Aerea of Venegono are summarized in:
+ Aerial exploration with the purpose of:
-economic - financial policing
-archaeological police
+ Environmental protection
+ Other police sectors in general
+ Integrated security in the territory
+ Defense
+ Transport patrols with the purpose of:
-integrate the monitoring system at the points of junction of the respective districts of the ordinary departments
-to enable staff to be transported under optimum conditions and to avoid fatigue due to the approach
+ Competition for search and rescue operations, consisting in the execution of:
-search and rescue missions for missing crews and/or passengers of military and civilian aircraft
-rescue missions for persons in distress or in danger of death on land
-lacual rescue missions for shipwrecked persons or personnel on board ships in distress.
+ Training aimed at identifying and consolidating the techniques of operation on the use of the helicopter, carried out jointly with the staff of the Alpine Stations of the Guardia di Finanza (SAGF Soccorso Alpino Guardia di Finanza) or in competition with civil institutions first of all the Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS or National Alpine and Speleological Rescue Corps).
+ Liaisons aimed at establishing and maintaining contact with isolated units or departments, as well as facilitating the inspection, assistance and guidance of high level Commanders.
+ Logistic transport with the purpose of:
-supply isolated departments or units
-transport equipment for the installation and maintenance of high-altitude radio links which cannot be reached by ordinary means
-deliver essential goods to isolated communities.
+ On-demand services that include all the activities deployed by the Guardia di Finanza (Italian Custom Police) for the benefit of other Administrations, including against payment for the latter.
As has certainly been noted, there is no repression of smuggling and illicit trafficking, the role of the Guardia di Finanza, which by definition is indicated as the reason for the department’s existence at the time of its establishment and subsequent growth. This activity is practically reduced to zero due to the geo-political changes of the last decades, in particular with the liberalization implemented in Europe by the Schengen Treaty and the subsequent treaties of free movement of goods with Switzerland.
In contrast, in recent years, the two Sezione Aeree of Venegono and Bolzano have largely addressed themselves to carry out much of their training and operational activity with mountain rescue, and it is on this theme that we will focus the rest of the report.

Soccorso Alpino (Mountain Rescue) Guardia di Finanza - SAGF

The Soccorso Alpino della Guardia di Finanza was established on March 3, 1965 in Predazzo (Trento) at the historic Alpine School.
The Guardia di Finanza, through the staff of the SAGF Stations distributed throughout the national mountain contributes to public safety with rescue, civil protection and judicial police activities.
Of the 26 stations in Italy, 22 are located north of the Alps, two are located in the central area of the peninsula, Roccaraso and L'Aquila, and two in the south, in Sicilia at Nicolosi (Catania) and in Calabria at Cosenza
The Stations of the SAGF are articulated in the isolated Department or in other Department, over ordered or equivalent.
The institutional tasks assigned according to the Ministerial Decree (former Ministry of Finance) of 20 April 1993 are the instrument at the disposal of the Corps intended to carry out priority activities of safeguarding human life and operational emergency intervention to be carried out in medium and high mountain areas, characterized by rocky terrain, as walls and gorges, icy and/or snowy and hypogeal.
In detail the tasks are summarized in:
-Rescue of injured persons and/or persons in danger.
-Carrying out emergency duty shifts at the rescue base.
-Search for missing persons.
-Recovery of remains.
-Surveillance and rescue on ski resorts.
-Intervention in the event of a disaster.
-Cooperation with other Alpine rescue and civil protection organisations.
-Cooperation with authorities responsible for the study and prevention of avalanches.
-Collaboration on the subject of competitive events related to sports in mountain areas.
-Competition for Controllo Economico del Territorio (CE.Te or economic control of the territory)
The military of the SAGF are for all intents and purposes the officers of the Polizia Giudiziaria (Judicial Police), the qualifications and the attributions assigned to the staff is the distinctive character compared to other rescue workers, allowing the SAGF Stations to represent a point of reference for the Judicial Authority for the profiles of criminal relevance related, in particular, to the disappearance or death of a person in a mountain environment.
The training of rescue personnel shall be constant and shall maintain the necessary operational efficiency, in particular:
-Winter, ice, rock and mixed climbing.
-Ski touring.
-Avalanche rescue
-Hiking in medium/high mountains.
-Piste and off-piste skiing (managed and unmanaged ski areas).
-Self help in different contexts.
-Organised rescue for the evacuation of cableway installations.
-Extra-hospital medical assistance.
-Snow science and meteorology, field surveys with regional service A.I.NE.VA (Associazione delle Regioni e Province autonome dell'arco alpino italiano or Association of Regions and Autonomous Provinces of the Italian Alps).
-Training with dog units.
-Training by aircraft.
This last item is the common thread that binds the SAGF to the Servizio Aereo (Air Service) of the Guardia di Finanza, the aircraft, in particular the helicopter, is practically indispensable for the search and rescue in the mountains, especially if in inaccessible areas not accessible by land, together with the speed of intervention and transport capacity make the helicopter a very valuable aid.
The use of the helicopter by SAGF personnel is possible only after specific training, in particular for the use of the winch, for this reason, joint activities are carried out on a quarterly basis that ensure the safe use of the systems.
The Sezione Aerea of Venegono provides training and operational support to ten SAGF stations located in the north-west and part of the central area, including the Aosta Valley, Piemonte and part of Lombardia, the stations are located at: Cuneo, Bardonecchia, Entreves, Cervinia, Riva Valdobbia, Domodossola, Madesimo, Sondrio, Bormio, Edolo.
The training activity in which I was inserted to visa the participation of the staff stationed in Edolo.
In addition to the help of the helicopter rescuers SAGF use electronic systems of avalanche detection, one is the ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga or Avalanche Rescue Apparatus), the instrument is basically a signal transceiver (without voice functions) short-range, operating on the frequency of 457kHz, the instrument is activated in transmission or reception mode. It is worn by the user in transmission mode, while for the search it is switched by the rescuers into receiving.
Another search system is the RECCO, this system is composed of two parts, a reflector inserted into clothes, boots or helmet, and a detector used by rescue teams.
The reflector is a small capsule that contains a pair of sheet antennas connected by a diode, the dimensions of the antennas form a circuit that resonates at a specific frequency, the reflector is passive and therefore does not need batteries, to work properly, two reflectors must be placed on your body, for example in both boots, or in the two sleeves of the ski suit.
The detector is a transmitter/detector that emits a directional signal from an antenna, if the signal hits the reflector is retransmitted to the detector itself, the signal returning to the detector is converted into an audio pulse whose volume is proportional to the intensity of the received signal.
The signal of the RECCO is able to easily pass through air, dry snow and ice, water or wet snow instead absorb the signal by canceling the reception.
Other even more accurate systems are being evaluated, in particular the detection of mobile phones via an antenna placed directly on helicopters.

Pilot profile "mountain"

In order to be readily usable in rescue missions, the pilot belonging to a Mountain Sezione Aerea must follow a training process that begins with the acquisition of basic skills and step by step implement their skills. Once the training activity at the training institutes of the Corps, the military who want to become helicopter pilots, after passing the selective process including medical fitness, attend a pilot course at the 72° Stormo (Wing) of the Aeronautica Militare (Italian Air Force) of Frosinone at the end of which is awarded the Brevetto Militare di Pilota d’Elicottero (BPME or Military Helicopter Pilot License). This course is divided into two phases, a theoretical and, to follow, a practice divided in turn into several training blocks. Acquired the License issued by the Aeronautica Militare the new pilot is sent to the Centro di Aviazione (Aviation Centre) of the Guardia di Finanza of Pratica di Mare where he attends the course of qualification to pilot on the machine with which he will operate once arrived at the unit flight assignment. The qualification to pilot also provides a theoretical phase and a practice followed by an examination for the issue of a rating by an examiner of AM. At the end of the rating, the pilot attends the course of operational capacity for the helicopter on which he has been qualified. The operational capacity course is divided into two profiles, sea and mountain. For the specific mountain profile there are two different phases, a basic and an advanced. The operational capacity course consists of about thirty flight missions including the final test. In the advanced operating capacity module the pilot is enabled to the rescue winch with missions that grow gradually in complexity and difficulty in order to allow the safe conduct of operations at high altitude with the use of the rescue winch simulating also high stress conditions for the pilot. The winch operation in general is carried out in a flight regime in which the helicopter is used with high power but obviously, no relative speed, which entails a considerable stress of the engines that could exceed the maximum limits, as well as structure such as transmission. Finally, consider that this condition can constitute a serious potential danger in the event of any failure, which requires a high level of attention from pilots who must work in close synergy ensuring the highest Crew Resource Managenemt (CRM) possible between pilot, co-pilot and winch operator.

Winch operator

The role of the "winch" is fundamental in a rescue activity if the helicopter could not land because of obstacles on the ground, if then we think in terms of rescue in the mountains or even recovery in "wall" without the aid of the winch would be impossible to recover the unfortunate.
The winch operator is a full-fledged member of the flight crew, but not only, as he is also a helicopter maintenance specialist.
To better understand this particular role we have Gianluca explain how they train and how they work.
The training of the Rescue Winch Operator or more briefly the "winch" in Guardia di Finanza provided for a theoretical part and a series of missions with increasing difficulties up to the management of emergencies related directly to the winch and emergencies dependent on failures of various kinds.
Currently six missions are needed with weight (including emergency resolutions), one examination and then seven missions with Rescue Swimmer / Operator Helicopter Rescue/ Dog Rescue Operator.
Specifically in the mountains requires a particular precision in the directions to get on the goal, a high degree of attention in the separation and management of obstacles and an assessment of the terrain orography to assess the best position in which to carry out the operation to limit the effects of winds and rotor flows. Put simply, you need an excellent "CRM" (Crew Resource Management) or the continuous flow of information that is created between the crew members in these situations. The Winch Operator during the operations communicates with the crew to describe the ascent/descent phases without ever forgetting the obstacles more or less close transmitting tranquility and gaining mutual trust.
Among the most demanding things in the mountains are the detachments from the wall and the detachment from the wall with stretcher. The latter requires extreme coordination with the staff Rescue Swimmer / SAGF (Soccorso Alpino Guardia di Finanza) to avoid rotations excessively annoying and in some cases dangerous for the person rescued, with systems anti rotation is sailing with rope.
It is therefore the activity that requires more attention because you have the lives of people hanging on a "wire"(although of course everything happens in extreme safety given the maximum weight applicable to the hook of 600 lbs/ 272 kg). The data that best makes us understand what is described is that reported by the Control Matrix (set of parameters to be included in a special form from which a number that represents a risk index arises). It remains identical both in training and in real operations.
The operations briefly described require continuous training that is carried out daily throughout the year in collaboration with SAGF personnel distributed throughout the Alps and Apennines including the volcano Etna in Sicilia.
The Winch Operator in Guardia di Finanza is also (or above all) Helicopter Specialist/ Aircraft Maintenance Specialist this means that it represents a complete professional figure called to maintain or maintain efficient, the Weapon System he himself will use.
Among the most important activities carried out by winches/ maintainers of the Sezione Aerea of Venegono include; the complete replacement of the HH 412C following major maintenance and the first 1,200-hour Inspection carried out at a Guardia di Finanza Flight Department, this allowed these men to rescue an injured man in an inaccessible area just fifteen days after the exit of the helicopter from the inspection of 1,200 hours, after about a year of work.
This episode has repaid, most of all, these specialists engaged in the difficult maintenance path faced.

Aerosoccorritore – ARS (Rescue swimmer)

In Guardia di Finanza the role of the aerosoccorritore (ARS) is not very developed, currently there are only seven qualified operators, of which six are located at the Centro di Aviazione di Pratica di Mare; one is stationed at the Sezione Aerea of Varese. The specialization of aerosoccorritore in Guardia di Finanza is recently established; The Nucleus aerosoccorritore was in fact established in 2007 while the 1st course was carried out in 2006.
The aerosoccorritore is the professional figure that implements all the necessary procedures to provide assistance to people in imminent danger of life and arrange for their subsequent recovery, both on land and in water.
In essence, it is the operator who, in carrying out the assigned missions, retains its typical uniqueness of use that lies in the ability to conduct operations acting in a framework of operational and logistical self-sufficiency in every environment.
The ARS also has so-called secondary tasks ranging from help for navigation to support during visual searches.
The training of the ARS of the Guardia di Finanza is carried out at the Aeronautica Militare, the operational capabilities achieved are perfectly identical even if applied in a different context.
ARS Ruggero now explains some details of the particular activity carried out:
The role of the aerosoccorritore is fundamental in a rescue activity; in fact without the aid of the same would be impossible to recover the unfortunate. The Guardia di Finanza aerosoccorritore is also authorized/trained to recover wounded both on land and on board boats and shipwrecks lost at sea. The aerosoccorritore, more commonly called ARS, is a full-fledged component of the fixed flight crew. The formative process of the aerosoccorritore in Guardia di Finanza is very long and complex. It begins with passing thorough medical examinations at the Institute of Istituto Medicina Aero Spaziale (IMAS or Aerospace Medicine Centre) of AM. Once physical fitness is obtained, physical tests are carried out that are part of the actual selection. Physical tests are carried out in different contexts, both in water and on land, and must all be passed compulsorily. The course as well as the selections are by the Centro Addetramento Equipaggi (CAE or Training Crew Centre) of the 15° Stormo of the AM. The duration is about four months as regards the water, rock and survival in inaccessible areas. At the end of this phase it is usually passed in the middle of winter to a month of training and survival in the high mountains in a snowy environment. Passed also this phase the course is concluded with the execution of ten missions of flight with relative activity with winch simulating all the operating scenarios. It starts with the recovery by winch on the ground to finish with the recovery from the boat at night without neglecting the recoveries in double braga and the recovery of the injured by the help of the winch stretcher. At the end of the ten missions, the final examination is carried out, which certifies the operational capacity of the aerosoccorritore carrier on the helicopter. In my case I first gained operational capability on HH 412 and later on HH 139. The activity of the winch, both training and actual, exposes the sprayer to an always high risk and considerable psychophysical stress. In these circumstances, the utmost confidence must be placed in all the crew members because in these operations everyone plays a complementary but fundamental role in achieving the common objective. I cannot say which is the most demanding and risky activity. Each environment hides dangers and difficulties that can be found during a rescue on the wall, during the recovery of a stretcher and even when you find yourself recovering a castaway in the middle of the sea. For this reason it is necessary to have wide-ranging knowledge and always continue to take care of their skills and abilities. Usually the typical day starts with a morning briefing of all the military on duty. You then remain in stand-by waiting for any calls for search and rescue. During the day I carry out both training and training/ physical maintenance activities. Training is essential to be always ready to deal with the different situations that can happen during the rescue activity while physical maintenance is essential to have an optimal level of physical efficiency. Being in service at a Mountain Sezione Aerea, the training activity is mainly developed in harsh environment with mountaineering activities on rock and snow. Many training activities are carried out with the helicopter so that all the crew is trained in the techniques of recovery and the maneuvers of embarkation and disembarkation from the helicopter both by winch and not. The aerosoccorritore, in addition to dealing with the recovery of the victim, during flight missions also plays a role of self-protection for all the crew in the event that an unplanned landing in an inaccessible area occurs. To such purpose the ARS has between the various tasks also that to indoctrinate the staff of the Flight Department regarding the aspects and the techniques of survival above all in mountain. In this year of presence in Venegono I carried out many missions of search of missing persons and a royal rescue during which I recovered an elderly gentleman named Angelo lost in the mountains for about three days. We have also carried out activities to combat the production and marketing of drugs by seizing on the ground 70 kg of marijuana cleverly hidden inside some corn fields. The satisfaction was so great, it is these episodes that repay you all the effort and sacrifices that every day you do to be always ready. The Joker symbol is the Joker because this famous figure in the card game is the one you use when you are in trouble and that is worth any score. For this reason it is said that in case of necessity "the Joker is played".

Factual accounts

An Angel

The first day of August of a very hot [summer, one of those that we forty years can say we have lived since 2003 even too often, the phone rings, is "domo” for friends, Soccorso Alpino of the Guardia di Finanza of Domodossola for all the others, there is a missing... Wow, let’s hope it’s not in Val Grande, we only found two alive, they were two boy scouts who had the wrong valley and were lost, one night out and had gone well... but five others missing no... but they are other stories. We also hope that it is not too high, with these conditions, hot and high with the heavy helicopter is not the most carry teams, every spin you have to pray do not change the wind otherwise to hang up and there is not!
Let’s go! The appointment is at one of the many sports fields of the valley, as usual with a beautiful pattern defined of cables of various diameters, objects that fly and steep approaches that 412 do not like much, but if you want to land to work in these areas you do not have "airports"...
The usual talk of briefing to listen to the requests for help and give our safety rules and immediately we leave: we land three, four teams in as many unlikely airports at high altitude, between rocks and spikes, they will try until exhaustion because it is the second day that they make up and down the mountain to look for that old man who called them and who could not tell him where he was nor write him because he can not, can not... He can’t do it.
We land at the end of the transport and they ask us to make a reclamation of some pastures, in a few words go and see if the person in difficulty is inside. We board three rescuers that we land with the winch, at the end of the landing of the third comes a radio call... “I hear screams can you come here to see if you see something?" He gives us a direction with his arm, but because of the noise the screams disappear, we go back and from a distance by radio confirms the direction, we all look at the mountain ... then in the intercom "... here they are..." the operator to the winch, alias "it is always done" for friends, he saw it... so he leads us to his vertical... but how did he end up in a place like this? The terrace is close to a cliff, there are no paths if he wanted to go to the pastures risked a jump with a bad landing, almost certainly the last, because at 70 played the physique does not help. "Guys let’s get him out of there", we make some gestures to make him understand to stay there, not to move that we saw him, we go to retrieve the others to pull him up, prepare him, we retrieve him with the winch in "double" with a harness that allows a technician to recover even those who are not a mountaineer and does not have his... moments that seem very long... He’s in the helicopter, he’s afraid but he smiles, as we’re about to land I look at him in a pale face, with a beard, he thanks everyone and while he goes lying down for pure precaution on a stretcher continues to thank everyone... I think... he looked like an angel and it was his name too.

Croce del Cavallo (Cross of the Horse)

The history of the Sezione Aerea of the Guardia di Finanza of Varese, in sixty years of activity in the mountain environment, is full of rescue interventions in favor of injured people, some with dramatic results with happy outcomes. All the flight crews, that over the years have alternated in the performance of the numerous search and rescue missions, have had their stories and their experiences of strong emotional character, those that leave their mark, yet no one feels like a hero, if anything, proud, in the awareness and acceptance of the risk, of having saved lives.
Here is one of the many "stories of ordinary rescue".
It was yet another day of a torrid and sultry August in the company of the anticyclone Polyphemus. Warm temperatures in the center of the south alternated with showers and evening thunderstorms in the north, especially in the Alps.
The alarm crew began to savor the end of the afternoon alarm shift when, at about 18.15, a call came from the SAGF of Macugnaga (VB) for the search for a twenty-nine year old woman missing in Croce del Cavallo, about 1,900 meters. The Croce del Cavallo is a modest grassy elevation that rises along the watershed between the Anzasca Valley and the Antrona Valley, in the province of Verbania. The mountain route, although not technically difficult, develops for about 16 km and only the spectacular view of Pizzo d'Andolla and Weissmass makes the ascent easier.
After the ascent on foot on the Croce del Cavallo, the lost hiker, lingered and during the descent to return home, also due to the worsening visibility due to rain, lost his orientation and, instead of following the path, accidentally ended up inside a steep and steep rocky gully (gorge) crossed by a copious stream of water. After several slips and falls, the woman noticed the gravity of the case, alerted with her mobile phone the Soccorso Alpino of the Guardia di Finanza of Macugnaga (VB).
The intervention was as serious as the urgency therefore the crew, evaluated the information received, opted for the use of the best aerial reconnaissance, the helicopter NH 500. Small, fast, easy to handle and versatile enough to allow you to "scratch" at low altitude always ensuring a great margin of safety.
At 18.30 the crew took off from Venegono and headed to the research site where they arrived at 18.50; here he embarked the SAGF military of Macugnaga (VB) and immediately began the search for the lost hiker.
At 19.00 the victim was sighted, inside a rocky gully at about 1,200 meters above sea level, on a cantilever rock. The area immediately appeared particularly inaccessible and sloping, also surrounded by dense vegetation and did not allow the crew to land to immediately rescue. Near the point of discovery, on the other side of the gully, a cantilever rock was found, slightly sloping, which could serve as a base for a single helicopter skid. The maneuver was risky but the worsening weather conditions and the consequent lowering of visibility, did not allow to abandon the hiker. The time was short, the helicopter was engaged in another intervention and the crew could not return to Venegono to change the aircraft and return with the helicopter AB 412 equipped with a rescue winch. The crew thought of the woman, surely wet, exhausted, afraid and cold. Would she survive in that hostile environment one night in complete solitude? It was time to act.
After a very quick exchange of views inside the helicopter, we then proceeded, by mutual agreement, to the landing of the SAGF military, supporting the helicopter with only the right front skid on the previously identified rock. In a precarious balance, the SAGF military landed, once on the ground, with many difficulties due to the rough terrain and dampened by the rain, pass the gorge and headed towards the hiker to ensure his health. In the meantime, the helicopter was taken by the crew back into flight safely.
The SAGF military reached the woman in a clear state of confusion, then, ascertaining her physical safety, accompanied her with caution on the rock used previously for the landing and required the intervention of the helicopter for recovery. With the same technique described above, the crew made two sorties to recover the woman and then the SAGF military with the subsequent transport to the Quaggiui Alps (VB), base camp used by the rescue teams.
Relieved of the tension and happy with the result, the crew leader asked nicely and without malice to the unfortunate, once back home, to get slapped by his father. After a good cheering laugh and the ritual greetings, it took off again and headed towards Venegono where it landed at 19.50 for the end of a hard and intense rescue operation fortunately ended very well.

Rescue to the photographer

As widely said the training activity is the foundation to achieve a good result during the assigned mission, take advantage of every opportunity to repeat and test the security procedures is never lost time, indeed the exact opposite, so sometimes you take advantage of those opportunities, maybe planned a few tens of minutes before, to do a recovery activity using what the specific moment makes available, in fact, at the end of the mission with the SAGF of Edolo you create ideal conditions, there is the helicopter, there is an experienced crew, including an aerosoccorritore, and above all a subject (I) that could very well be a "guinea pig" for a recovery to the "flight".
After listening carefully to the provisions of the ARS on how to behave during recovery, I am harnessed with a "diaper" (specific harness for the recovery of people in danger), once bound in "double" with my "guardian angel" arrives in a few seconds above our vertical helicopter AB 412 "Volpe 218", about 40 feet high is lowered the winch, in a moment I find myself hanging and with a gentle climb I see approaching the helicopter skate, these few minutes allow me to take some images from an unusual "position", the climb is almost imperceptible except a short rotation near the helicopter caused by the flow of the rotor, the boarding of the 412 through the hatch marks the end of training, once back at Venegono Airport I do not hide from the crew that I would repeat the experience without batting an eye.

The author would like to thanks the Lt.Col. Fineschi, the Lt. Cocchi Domenico, the Warrant Officer Ruggero Di Lello and Barra Gianluca and all the personnel of the Sezione Aerea di Varese. 
Also meriting special thanks for their essential assistance is the Ufficio Stampa of the Comando Generale (Rome) and the personnel of the SAGF of Edolo
Images and text by Giorgio Ciarini 
March 2018